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Nel 2001 le compagnie aeree della IATA hanno perso 12 miliardi di dollari
I problemi - ha precisato però il direttore generale dell'associazione - esistevano già prima dell'11 settembre
12 aprile 2002
Nei giorni scorsi Pierre J. Jeanniot, direttore generale e CEO dell'International Air Transport Association (IATA), partecipando all'Airline Financial Summit di New York, ha detto che le perdite nette accumulate nel 2001 dalle compagnie aeree membri dell'associazione sono ammontate a 12 miliardi di dollari. «Abbiamo perso di più in un anno - ha affermato - rispetto a quanto abbiamo realizzato in tutta la nostra storia». Jeanniot - seriamente preoccupato per la grave crisi che attanaglia il settore - ha affermato che l'industria aerea è attualmente in un «buco nero» e che è necessario «iniziare a cercare appigli e il modo per uscire rapidamente da questo abisso economico».
I motivi che hanno condotto l'industria aerea in questa difficile situazione non sono riconducibili solamente agli attacchi terroristici negli Stati Uniti. Lo ha sottolineato con chiarezza Jeannot, precisando che i vettori non possono imputare i loro scarsi risultati ai soli fattori esterni. «Già prima dell'11 settembre - ha aggiunto - quest'industria era poco preparata a superare con successo perfino un leggero indebolimento del normale ciclo economico». E' ora il tempo - ha detto Jeannot - di rivedere l'organizzazione e la taglia delle compagnie aeree e di «eliminare le inefficienze mascherate dalla recente crescita».
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