A Venezia è stata istituita la Nuova Compagnia Lavoratori Portuali, che costituisce un vero e proprio "pool di manodopera" per il lavoro portuale. La società, che è attiva dallo scorso 1° ottobre, ha un capitale di un miliardo di vecchie lire interamente versato e nella sua compagine sociale annovera imprenditori privati esperti nel settore del lavoro temporaneo. La Nuova Compagnia Lavoratori Portuali si è aggiudicata con una gara europea l'esclusiva della fornitura di manodopera nel porto di Venezia e si è assunta a carico, per vincolo di legge, tutti i lavoratori della ex Compagnia Lavoratori Portuali, oltre al rischio del mancato avviamento delle proprie maestranze nei periodi di scarso traffico, in quanto la presenza dei suoi lavoratori può essere richiesta ad integrazione degli organici di tutte le imprese che operano nel porto.
«Prima fra tutti i porti italiani e suscitando attenzione e dibattito negli altri scali del Paese - ha spiegato il presidente della Nuova Compagnia Lavoratori Portuali, Mauro Piazza - l'Autorità Portuale di Venezia, grazie ad un accordo preventivamente sottoscritto all'unanimità da tutti i rappresentanti degli imprenditori, dei sindacati e degli operatori portuali, ha ottemperato a quanto disposto dalla legge 186/2000, provvedimento legislativo che ha ricevuto l'imprimatur dell'Europa e che prevede che in ogni porto ci sia un unico soggetto autorizzato alla formazione e alla fornitura del lavoro temporaneo per tutte le imprese di sbarco/imbarco».
«Abbiamo accettato una importante sfida imprenditoriale - ha concluso Piazza - una sfida che coinvolge lavoratori, imprenditori ed enti pubblici preposti allo sviluppo del porto. E' questa una scelta che, nel "porto delle regole", sarà vincente solo se tutti collaboreranno a renderla tale attraverso, prima di tutto, il buon senso, unito al rispetto reciproco, oltre che della normativa».