Se non concludono la loro vita in un cantiere di demolizione navale, le navi che trasportano carichi più o meno inquinanti devono morire in alto mare e non affondare in prossimità delle coste. Nessuna nazione vuole accogliere le navi in difficoltà, in particolare le petroliere, e tutti cercano di allontanarle il più possibile dai litorali, quasi che - rispetto a quello costiero - l'inquinamento in acque profonde non costituisca un danno per l'ambiente, ma una comoda soluzione per disfarsi di navi e di carichi indesiderati.
Ora però - sostengono due delle principali associazioni mondiali del settore armatoriale - è il momento di cambiare strategia e di affrontare seriamente il problema dell'assistenza alle navi in difficoltà.
Commentando i recenti episodi nei quali gli Stati costieri si sono rifiutati di accogliere navi danneggiate in porti-rifugio, l'Intertanko, l'associazione che raggruppa le società di navigazione che operano flotte di navi cisterna, e il Bimco, la principale associazione armatoriale del mondo, hanno rilevato come incidenti quale quello occorso alla petroliera
Prestige, inabissatasi l'altro ieri al largo della costa spagnola (
inforMARE del
19 novembre 2002), evidenzino il fatto che «quando alle navi non è concesso rifugio, spesso cresce la possibilità che accada un grave incidente e che venga messa in pericolo l'incolumità dell'equipaggio». «Il trasferimento d'emergenza del carico ed altre misure atte ad assistere la nave danneggiata - hanno rilevato - possono essere allo stesso modo impedite, con un conseguente aumento dei rischi per l'ambiente».
Secondo l'Intertanko e il Bimco è necessario che le nazioni costiere predispongano piani per l'accoglienza di navi in difficoltà in aree riparate e protette. Le due associazioni hanno ricordato che l'importanza del problema dei porti rifugio è riconosciuta sia dall'International Maritime Organization (IMO) che dall'Unione Europea.
L'Intertanko ha intanto accolto positivamente l'approvazione odierna da parte del Parlamento europeo della risoluzione che prevede lo svolgimento di approfondite indagini sull'affondamento della
Prestige e su tutti i soggetti che sono a qualche titolo coinvolti nell'incidente. L'associazione armatoriale ha però sottolineato «con vivo disappunto che la risoluzione, che nella sua bozza prevedeva che fossero oggetto di investigazione anche le autorità nazionali e locali, sembra escludere queste autorità dall'indagine». «Una completa e rigorosa indagine dopo l'incidente - ha precisato Intertanko - deve includere l'importante interfacciamento nave - terra e il comportamento di tutte le parti coinvolte prima e dopo questo disgraziato incidente».
B.B.