I porti sono il fulcro dell'interscambio commerciale mondiale e i terminalisti portuali rivendicano il loro ruolo di protagonisti nei rapporti tra le economie internazionali del nuovo millennio. Cirillo Orlandi, presidente di Assiterminal, l'Associazione Nazionale dei Terminalisti Portuali, sostiene con forza la centralità dei porti e dei terminal portuali nel sistema dei trasporti che, per quanto riguarda il segmento marittimo - ha spiegato - non è più legato direttamente all'evoluzione dei prodotti interni lordi delle economie nazionali quanto proprio all'interscambio commerciale tra aree continentali. Non si tratta più inoltre, come in passato - ha osservato - di un sistema unipolare incentrato sugli Stati Uniti, attorno al quale gravitavano le economie periferiche dell'Europa e dell'Asia, ma di un sistema tripolare fondato sui continenti asiatico, europeo e nordamericano.
Nella conferenza stampa odierna a conclusione dell'assemblea annuale di Assiterminal, svoltasi negli uffici del container terminal SECH del porto di Genova, Orlandi ha illustrato le iniziative dell'associazione - che ha registrato oggi l'adesione di un nuovo socio, la CoNaTeCo di Napoli - ma si è soprattutto dilungato sull'evoluzione degli scambi mondiali che - ha detto - si muovono secondo una logica multicontinentale, nella quale i porti costituiscono il punto di ingresso ai rispettivi sistemi economici.
Nei primi due anni di vita Assiterminal si è inserita nel tessuto delle organizzazioni economiche e del trasporto nazionali. Venerdì sarà ufficializzata l'adesione dell'associazione a Confetra. Quelle del terminalismo portuale e della portualità - ha affermato - sono ormai culture profondamente radicate e il 2002, primo anno operativo di Assiterminal, è stato archiviato con estrema soddisfazione: l'associazione - ha sottolineato Orlandi - è diventata punto di riferimento delle principali organizzazioni dell'economia italiana. Quasi a sancire la conclusione della fase organizzativa e il passaggio a quella pienamente operativa, Assiterminal organizzerà un convegno sulla portualità e le normative che si terrà il prossimo ottobre a Roma. Inevitabile riferimento del meeting sarà la legge di riforma portuale numero 84 del 1994. «Assiterminal non intende parlare di adeguamento della legge, non è il nostro ruolo», ha detto Orlandi, ma ha precisato: «è stata una legge necessaria per superare un contesto portuale pubblico, non le si poteva chiedere di disegnare un futuro. Ora invece si tratta di progettare il futuro». «La grande novità della legge 84/94 - ha spiegato - è stata la nascita del terminalismo portuale privato nel nostro Paese». La nascita di Assiterminal è conseguenza naturale di questa svolta e obiettivo dell'associazione - ha detto Orlandi - «è ora di porre politicamente temi che devono essere discussi e risolti». Affrontare problemi senza preconcetti e rigidità, questa è la parola d'ordine di Assiterminal. «Il sistema portuale non si deve cristallizzare su tre soggetti: autorità portuali, terminalisti e compagnie portuali» e - ha concluso - non è da considerare un elemento negativo la possibile «nascita di nuovi soggetti all'interno del ciclo».
B.B.