L'indice dello stato di salute dei cantieri navali italiani è sconfortante. Gli stabilimenti - dice l'A.N.CA.NA.P., L'Associazione Nazionale Cantieri Navali Privati - sono «con l'acqua alla gola». Le difficoltà - ha spiegato oggi l'associazione - sono create dalla concorrenza sleale della Corea, ma anche dal prosieguo delle ripercussioni degli attentati terroristici e dell'instabilità mondiale, che hanno provocato un drastico calo delle commesse ai cantieri navali europei.
Secondo i dati della Commissione Europea - ha sottolineato l'ANCANAP - gli ordini del 2002 hanno registrato una diminuzione di oltre il 50% rispetto al 2001 e del 70% in confronto al 2000. Molti cantieri stanno per chiudere la loro attività, diversi sono già falliti ed è stato licenziato il personale dipendente.
In Italia le commesse negli ultimi tre anni sono state relative a sole 240.000 tonnellate di stazza lorda compensata, contro una capacità produttiva di 2.100.000 tslc.
Il mercato della cantieristica dell'Unione Europea, rispetto a quello globale, è sceso del 7%, contro il 13% del 2001 ed il 19% del 2000.
ANCANAP denuncia la nulla efficacia dell'azione europea nei confronti del dumping praticato dai cantieri sudcoreani. «Lo scorso anno, il 22 ottobre 2002 - ha ricordato l'associazione - l'esecutivo europeo ha depositato una denuncia al WTO, dopo aver verificato che i prodotti sudcoreani erano offerti a prezzi che non riflettevano i costi di produzione. Ma questa ed altre iniziative si sono rivelate totalmente inefficaci». «L'incremento della capacità produttiva della Corea - ha detto il presidente dell'ANCANAP, Stefano Silvestroni - crea una depressione generalizzata dei prezzi che si ripercuote su tutti i segmenti e su tutte le navi». «Al governo italiano e agli organi comunitari - ha dichiarato Silvestroni - chiediamo di sostenere il comparto che per tradizioni, esperienza e progresso tecnologico ha sempre svolto un ruolo attivo nell'economia nazionale ed europea. I nostri cantieri si sono adeguati con notevoli sacrifici finanziari all'ammodernamento tecnologico per ridurre i prezzi ed aumentare la qualità e per far fronte alla sfida internazionale, ma è compito dei governi e dell'Unione Europea di darci gli stessi strumenti della concorrenza sleale che conquista sempre più fette di mercato». «Per evitare la crisi del nostro sistema produttivo, che fino al 2000 ha mantenuto la quarta posizione nel mondo e la prima in Europa - ha proseguito Silvestroni - servono direttive e provvedimenti urgenti a difesa della nostra cantieristica danneggiata dalla politica "falsamente liberista" della UE di questi ultimi anni, colpevole di non aver assicurato ai propri cantieri pari condizioni concorrenziali rispetto al Far East».
«Dal 1' gennaio 2004 - ha concluso Silvestroni - i cantieri navali privati italiani saranno praticamente tutti senza lavoro e se non verranno prese immediate misure di sostegno la cantieristica italiana privata rischia di scomparire per sempre con gravi ripercussioni sia sull'occupazione che sul prodotto interno lordo, sia per la perdita di competenze e know-how rilevanti per la politica dei trasporti, della difesa e della sicurezza dei trasporti via mare, dei quali il nostro Paese in via largamente prioritaria dipende».