Il Comitato Nazionale di Coordinamento degli Utenti e degli Operatori Portuali ha inviato una lettera ai vertici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lamentando la mancata comunicazione da parte del dicastero alle autorità portuali e marittime \dell'annullamento stabilito dal TAR Lazio della lettera direttoriale del 7 febbraio 2001 del ministero con la quale era stata imposta alle autorità portuali e marittime l'adozione di provvedimenti per rendere obbligatoria a tutte le imprese portuali l'applicazione del contratto di lavoro unico dei porti, di cui all'art. 17 comma 13 della legge n.84/94 (
inforMARE del
28 novembre 2003).
In particolare, con tale pronuncia - hanno specificato nella lettera gli utenti portuali - il tribunale amministrativo ha affermato che il contratto di lavoro unico previsto dalla disposizione di legge «può disciplinare esclusivamente il rapporto di lavoro portuale temporaneo fornito dall'impresa all'uopo autorizzata ovvero dall'Agenzia del lavoro portuale (art. 17, commi 2 e 5 della legge n. 84/94)».
Sollecitando il ministero «ad intervenire in tempi brevi per dare piena applicazione alla pronuncia del TAR Lazio», il Comitato degli utenti portuali ha sottolineato che «eventuali interventi legislativi tendenti a eludere gli effetti della sentenza, estendendo a tutte le imprese portuali l'obbligo di applicazione del citato CCNL, risulterebbero palesemente in contrasto con le vigenti disposizioni costituzionali poste a tutela dell'autonomia sindacale sul cui rispetto si basa la sentenza del TAR Lazio».
Il contenuto della missiva è stato sottoposto anche all'attenzione dei presidenti dell'ottava commissione del Senato (Lavori pubblici, Comunicazioni) e della nona commissione della Camera (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni), Luigi Grillo e Paolo Romani.