Il Parlamento europeo ha deciso oggi di cancellare il ponte sullo Stretto di Messina dalla lista dei progetti prioritari nell'ambito delle reti transeuropee dei trasporti. La bocciatura è stata sancita con l'approvazione di un emendamento presentato da verdi, sinistra, liberali e socialisti, adottato con 231 voti favorevoli, 198 contrari e 17 astensioni.
Secondo il Parlamento, prima di decidere in merito all'opportunità di classificare o meno il progetto del ponte come prioritario è necessario effettuare un'ulteriore valutazione ambientale strategica, nonché un'analisi costi/benefici sul piano socioeconomico.
La bocciatura di Strasburgo - ha commentato il ministro italiano delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi - «non incrina minimamente la decisione del governo di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina». Lunardi ha ricordato che l'opera è già stata approvata in sede Cipe e che il corridoio n.1 Berlino-Palermo è già stato confermato in sede UE e quindi la continuità territoriale e la dichiarazione di interesse comunitario non è stata in alcun modo messa in dubbio dal voto di Strasburgo. Inoltre il ministro ha sottolineato come la decisione possa determinare solo il venir meno di un possibile contributo comunitario, che peraltro non è neppure previsto dal piano finanziario della Società dello Stretto di Messina.
Il voto del Parlamento UE non determina un cambiamento della strategia della Società Stretto di Messina, concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione del ponte. La società - ha detto il suo presidente, Pietro Ciucci, «proseguirà senza incertezze nella attività per la realizzazione dell'opera secondo i tempi e gli impegni assunti nella recente convenzione stipulata con il governo, con l'obiettivo di pubblicare il bando di gara nelle prossime settimane a completamento delle procedure di approvazione in corso». La votazione dell'Europarlamento - ha detto Ciucci «non comporta l'automatica esclusione del ponte dalla lista dei progetti prioritari così come definita nel corso dell'ultimo semestre del 2003 dall'ex commissario Karel Van Miert, dalla Commissione Europea, dal Consiglio europeo dei ministri dei Trasporti e dal Consiglio europeo dei Capi di Stato. Aspettiamo le successive decisioni previste dalle procedure dell'Unione europea convinti che il progetto sarà riconfermato tra le opere prioritarie a livello europeo». «È comunque sorprendente - ha osservato Ciucci - che l'emendamento proposto abbia riguardato uno dei pochi progetti della lista prioritaria UE che può già vantare la valutazione di impatto ambientale favorevole, il progetto preliminare approvato ed il piano finanziario definito e già in fase di attuazione: 2,5 miliardi di euro pari al 40% dell'intero investimento sono già disponibili per la realizzazione. Evidentemente, chi ha votato a favore dell'emendamento, debbo ritenere che non conoscesse l'esatto stato di avanzamento del progetto». «Per quanto riguarda ancora il piano finanziario - ha ricordato - esso non prevede contributi a fondo perduto né dallo Stato italiano né dall'Europa e quindi, anche nella improbabile ipotesi di una definitiva esclusione, resterebbe confermata la fattibilità finanziaria dell'opera».
Oggi l'aula di Strasburgo, con 209 voti favorevoli, 221 contrari e sei astensioni, ha respinto anche la proposta di includere nella lista dei progetti prioritari l'asse ferroviario Marsiglia-Torino e il tunnel del Monginevro.
L'aula di Strasburgo ha invece dato pieno sostegno alla parte di relazione presentata dal britannico Philip Charles Bradbourn sull'introduzione delle "autostrade del mare". Gli Stati membri svilupperanno con il sostegno comunitario dei progetti integrati che copriranno le infrastrutture, i sistemi logistici e l'aiuto all'avviamento. Gli europarlamentari hanno sottolineato che è possibile finanziare soltanto misure infrastrutturali di carattere generale, ma non i costi operativi o quelli per le attrezzature delle imprese portuali e delle compagnie di navigazione, né l'acquisto di navi. Un'eventuale iniezione di capitali necessaria per un nuovo collegamento deve rispettare i criteri e i limiti stabiliti nel programma Marco Polo.
Infine il Parlamento ha chiesto di modificare il progetto n. 6 realizzando il raccordo mancante tra Ronchi Sud-Trieste e Divaca, che garantirebbe il collegamento tra Lubiana, Budapest e l'Italia. In merito al progetto n. 29 si propone un corridoio intermodale Bari-Durazzo-Sofia-Varna/Burgas.