L'Autorità Portuale di Genova non ha posto in atto una persecuzione nei confronti del Voltri Terminal Europa (VTE), il container terminal dell'area portuale di Voltri-Prà gestito dal gruppo PSA di Singapore, accusato di essere poco produttivo e di non poter pertanto ambire alla gestione del nuovo sesto modulo del terminal. Questo sembra essere il senso di un comunicato diffuso oggi dall'ente portuale di Palazzo San Giorgio nel quale si spiega che «l'analisi in corso relativa alla situazione terminalistica di Voltri è finalizzata a verificare, tra l'altro, se sussistono, a favore di VTE, le condizioni ed i presupposti per il rilascio della concessione del sesto modulo i cui lavori sono in corso di completamento». «L'istruttoria - precisa la port authority - deve, in particolare, valutare sia il rispetto da parte di VTE dei programmi di attività che aveva presentato, in particolare per quel che attiene i traffici, gli investimenti e l'occupazione, sia l'attendibilità di nuovi programmi di sviluppo e le connesse garanzie nei confronti dell'Autorità Portuale. Appare evidente come, in tale contesto, divenga indispensabile acquisire e valutare ogni elemento che consenta di apprezzare la capacità del terminalista di gestire in modo efficace la concessione e, quindi, di assicurare il miglior servizio possibile ai traffici e agli impegni».
L'ente portuale conferma anche quanto anticipato oggi dal quotidiano "Il Secolo XIX", secondo cui Palazzo San Giorgio avrebbe intenzione di incaricare consulenti esterni di verificare se quanto promesso da VTE-PSA in termini di traffici è stato mantenuto. «Al riguardo - ha rilevato la port authority - può essere utile supportare l'azione istruttoria con specifici contributi esterni che ne integrino le conclusioni e ciò ad esclusiva tutela degli interessi del porto e ad ulteriore garanzia degli stessi concessionari».
«Si precisa, infine - sottolinea l'Autorità Portuale - che le predette valutazioni si inseriscono in un programma di azioni, già in corso, volte a verificare il rispetto degli impegni assunti da parte dei vari concessionari. Tale programma è attuato secondo le unanimi valutazioni del Comitato Portuale e i precisi obblighi imposti dalla legge all'Autorità Portuale».
La delicata vicenda del futuro del sesto modulo del terminal di Voltri, appetito dai principali gruppi armatoriali e terminalistici del mondo che vogliono farne la loro piattaforma di sbarco nel porto di Genova, aveva subito un ulteriore forte scossone giovedì scorso quando il presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Giovanni Novi - aduso evidentemente a spegnere incendi usando la benzina - aveva inviato una lettera al VTE ricordando ai vertici della società terminalista del gruppo PSA la loro responsabilità per aver contribuito al blocco dell'autotrasporto che nei giorni scorsi aveva ostacolato le attività dell'area portuale di Voltri. Al battagliero Novi avevano risposto le organizzazioni sindacali Cgil - Cisl - Uil, sottolineando che le critiche contenute nella lettera del presidente della port authority sono da riferirsi «all'intero sistema della logistica da cui nessuno degli interessati può pensare di essere esente». Secondo i sindacati, l'azione - lancia in resta - di Novi non contribuisce «a riportare un clima di serenità all'interno del nostro porto». «Una delle condizioni vincenti dello sviluppo di questi anni - avevano osservato i sindacati - è stata sicuramente una certa pace sociale che è stata realizzata e che ha reso lo scalo di Genova sicuramente più affidabile. Se l'Autorità Portuale ha, tra l'altro, il compito di controllo della realizzazione dei piani d'impresa ha però anche quello di costruire un'immagine positiva e vincente del porto. Crediamo quindi sarebbe opportuno eliminare questi elementi di polemica e valutare concretamente la realizzazione di quei progetti di sviluppo (di merce e di occupazione) che il terminalista in questione ha annunciato».
B.B.