Nel corso della tavola rotonda organizzata della Federazione del Mare sul tema "Economia del mare e ambiente", svoltasi oggi a Roma, il presidente della Federazione del Mare, Corrado Antonini, ha ricordato come l'Italia sia stata la prima nazione europea ad avvertire l'esigenza di un raggruppamento (cluster) degli interessi marittimi e che solo successivamente tale esigenza si sia diffusa in Europa mediante la costituzione di cluster marittimi in molti Stati comunitari. «Le istituzioni europee, pur attente ai problemi dei singoli settori marittimi (vedi ad esempio l'inserimento delle Autostrade del Mare fra i progetti prioritari) - ha osservato Antonini - non hanno mai sinora considerato unitariamente il mondo marittimo se non negli sporadici Maritime Industries Forum (MIF), non idonei peraltro a garantire una continuità nell'approccio integrato ai problemi del mare. Solamente il 2 marzo ultimo scorso il presidente della Commissione dell'Unione Europea Josè Manuel Barroso e il commissario Borg hanno manifestato in una comunicazione la volontà di predisporre una politica che riguardi globalmente l'economia marittima, non più considerata settore per settore, ma integrata nei suoi molteplici aspetti fra i quali assume un aspetto fondamentale il profilo della compatibilità ambientale». «Una task force costituita dai commissari Verheugen (Impresa e Industria), Barrot (Trasporti), Dimas (Ambiente), Hubner (Politica regionale), Potocnick (Ricerca), Pieblacs (Energia), presieduta dal commissario Borg - ha ricordato Antonini - preparerà un Libro Verde per la prima metà del 2006 che riguarderà tutto il "Maritime Cluster"».
Giuseppe De Rita, moderatore della tavola rotonda, ha enfatizzato il valore aggiunto che una visione integrata e trasversale delle attività marittime può portare alla conoscenza e alla giusta valutazione dello shipping. De Rita ha sottolineato il 2,3% del Pil prodotto dal comparto e i 360.000 occupati stimati nel 2000, dati oggi ampiamente incrementati.
Nel corso del dibattito il presidente di Assoporti, Tommaso Affinita, ha rilanciato l'allarme dell'associazione per il blocco degli investimenti infrastrutturali nei porti determinato dai vincoli imposti nella Legge Finanziaria 2005.
Concludendo l'incontro, il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, ha evidenziato come non esista una aprioristica contrapposizione fra sviluppo delle attività marittime e tutela dell'ambiente ed ha dichiarato la sua piena disponibilità ad affrontare o risolvere le criticità messe in luce dai singoli comparti.