Oggi . Nel 2004 l'esecutivo europeo aveva stabilito che gli aiuti di Stato concessi al gruppo navalmeccanico pubblico spagnolo Izar, a cui facevano capo i cantieri navali civili e militari, non erano compatibili con le norme UE sulle sovvenzioni statali e che il gruppo avrebbe dovuto restituire 864 milioni di euro, inclusi gli interessi (
inforMARE del
12 maggio e
21 ottobre 2004). La Spagna, con l'obiettivo di salvare le attività di costruzione navale militare dal previsto fallimento di Izar, si era quindi appellata all'articolo 436 del Trattato della Comunità europea, che - ha ricordato la Commissione - consente ad ogni Stato membro di «prendere le misure che ritiene necessarie alla tutela degli interessi essenziali della propria sicurezza e che si riferiscono alla produzione o al commercio di armi, munizioni e materiale bellico». Salvataggio che si è concretizzato con il trasferimento dei cantieri navali militari del gruppo Izar alla nuova società pubblica Navantia (
inforMARE del
3 marzo 2005). In seguito alle trattative con la Commissione UE la Spagna ha accettato una serie di misure e impegni che prevedono tra l'altro che il fatturato della produzione civile di Navantia non superi il 20% del fatturato totale della società e che la contabilità delle attività civili e militari sia separata. Le attività civili di Navantia non beneficeranno di alcun aiuto di Stato ad eccezione dei crediti all'esportazione e degli aiuti allo sviluppo secondo quanto previsto dalle norme comunitarie sugli aiuti alla cantieristica e dai criteri OECD. Izar è stata quindi posta in liquidazione il 1' aprile scorso ed è prevista la cessione degli stabilimenti situati a Gijon, Manises, Sestao e Siviglia.
«Questo - ha commentato il commissario europeo alla Concorrenza, Neelie Kroes - è un passo importante nella riorganizzazione del settore navalmeccanico pubblico della Spagna. Insieme con la prevista cessione dei cantieri navali civili di Izar e le rilevanti misure di carattere sociale, questa riorganizzazione salvaguarderà le necessità del cantieristica navale militare della Spagna ed eliminerà distorsioni della concorrenza nella cantieristica civile».
Oggi, inoltre, la Commissione Europea ha deciso di avviare un'indagine sugli aiuti concessi ai tre cantieri navali polacchi di Gdynia, Gdansk and Szczecin. L'indagine si occuperà dei sostegni alla ristrutturazione concessi dal governo polacco ai tre stabilimenti dopo l'ingresso della Polonia nell'Unione Europea, avvenuto il 1' maggio 2004. «Il tipo di aiuti proposti dalle autorità polacche - ha spiegato Neelie Kroes - è compatibile con le normative dell'Unione Europea solo se è accompagnato da un dettagliato piano di ristrutturazione che include una duratura ristrutturazione industriale che non sia limitata a problemi di debito e all'accrescimento della liquidità. Abbiamo bisogno di vedere un piano che consenta di dar vita a società in grado di sopravvivere facendo fronte alle pressioni competitive in ambito UE».