Oggi a Palazzo Chigi, alla presenza del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e dei ministri Siniscalco, Lunardi, Matteoli e La Loggia, è stato firmato il «Patto per la logistica» tra governo, aziende e associazioni imprenditoriali. Il patto è stato sottoscritto da Berlusconi, dalla Consulta generale dell'autostrasporto, da Confindustria, da Confcommercio, da Aiscat, Anas, Ferrovie dello Stato, Assoaereo, Confitarma, RAM (Rete Autostrade del Mare), Confetra e Assoporti.
«Il blocco degli investimenti infrastrutturali dei trent'anni precedenti all'attuale legislatura - ha osservato l'esecutivo in una nota - ha causato danni gravi al Paese, che si sono tradotti in un aumento dei costi nei trasporti del 30%, aumento che frena, fra l'altro, gli investimenti esteri. Il patto per la logistica consentirà invece il rilancio del sistema dei trasporti in Italia, consentirà cioè di orientare il settore verso le politiche di mercato, di attuare politiche di rafforzamento e riorganizzazione delle attività del settore, e di operare nello spirito delle politiche e dei vincoli comunitari».
«Alle opere programmate e avviate con la Legge Obiettivo e con i programmi europei - ha detto il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Pietro Lunardi - abbiamo collegato un programma di interventi per un sistema logistico e dei trasporti incentrato su quattro macro aree: le aree Nord Ovest e Nord Est devono essere competitive con le aree di sviluppo della Rhur in Germania, della Francia Centrale e della Spagna. Questa strategia ci consente di affrontare strategicamente anche il tema dei valichi alpini: oggi attraverso le Alpi, in situazioni ordinarie cioè non di emergenza, sopportiamo maggiori costi nell'ordine di 1.100 milioni di euro all'anno. Le altre due macro aree (Centrale e Merdionale-insulare) saranno invece interessate allo sviluppo del Mediterraneo».
«La logistica - ha aggiunto Lunardi - significa mercato, competitività, libero scambio: la logistica rappresenta il vero lievito del prodotto interno lordo del sistema economico. La crescita del Pil infatti è legata essenzialmente alla competitività del sistema e non solo all'aumento della domanda di trasporto. Per comprendere l'importanza della logistica ricordo un solo dato: la produzione industriale del Paese nel 2004 si è attestata attorno ad un valore di 920 miliardi di euro. La incidenza del costo della logistica nel nostro Paese, sempre nel 2004, si è attestata attorno ad un valore pari al 22%: circa 180 miliardi di euro costituiscono il valore della logistica e del trasporto nel nostro Paese. Negli altri Paesi Ue tale valore si attesta attorno al 14-16%. Se non riusciamo nel breve periodo ad ottimizzare tale incidenza, se non riusciamo ad ottimizzare il carico vuoto, se non usiamo soprattutto per alcune merci, come quelle pericolose, la ferrovia, automaticamente assisteremo ad una perdita secca di competitività delle nostre imprese, assisteremo ad una veloce delocalizzazione dei nostri distretti produttivi, regaleremo il valore aggiunto dei nostri prodotti ad altre realtà economiche. Tutto questo non possiamo consentirlo perché metteremmo in crisi non solo la crescita e lo sviluppo del nostro Paese ma dell'intera Europa».