L'Ipsema (Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo) ha siglato un protocollo d'intesa con l'Istituto Italiano di Medicina Sociale (IIMS) che prevede, nell'ambito delle rispettive competenze e dei compiti istituzionali, la cooperazione per l'attuazione di ricerche e studi socio-psicologici sulle condizioni di vita dei marittimi per individuare misure di sostegno tese ad ottenere ricadute positive derivanti dal miglioramento della qualità della vita sui luoghi di lavoro.
«La nostra collaborazione con l'Istituto Italiano di Medicina Sociale - ha spiegato oggi il presidente dell'Ipsema, Antonio Parlato - nasce dalla comune sensibilità verso temi che hanno assunto ormai una rilevanza ineludibile, come la solitudine affettiva dei marittimi e dei conseguenti problemi psicologici che innesca risolti spesso con l'abuso di alcol e di stupefacenti». «Andare per mare - ha aggiunto - comporta trascorrere anni della propria esistenza lontano dagli affetti, in un ambiente molto ristretto composto in genere da 15 o 20 persone, accomunato solo dalle ferree regole di bordo e dalle conoscenze professionali. La separazione per mesi o anni dalla patria dalla comunità locale e dalla famiglia priva il marittimo del senso di appartenenza e causa ansia anche per il timore di perdere la propria famiglia e le amicizie per sempre».
«L'accordo sottoscritto con l'IIMS - ha precisato Parlato - prevede anche la realizzazione di studi congiunti sulla condizione lavorativa della donna sulle navi, sulle tutele a lei spettanti in caso di maternità e a sostegno della lavoratrice madre. In Italia, secondo un'indagine dell'ILO, la presenza delle donne a bordo raggiunge l'1,2% del totale dell'equipaggio, in Europa invece siamo a livelli maggiori: il 4,2% in Germania, l'8,3% nel Regno Unito. Fuori dall'Europa, in Indonesia le donne imbarcate raggiungono il 5%. La maggior parte delle donne marinaio è attiva nel settore alberghiero delle navi da crociera dove svolge mansioni subalterne. Solo il 7% delle donne marinaio sono ufficiali, il rimanente 93% sono semplici marinai. In confronto il 42%d egli uomini sono ufficiali, il 58% semplici marinai. Esistono problemi per le donne marittime di varia natura, di pari opportunità, di condizioni legate all'essere donna: gravidanza, maternità, molestie sessuali ecc. Su questo fronte l'istituto oltre ad avere avviato la collaborazione con l'IIMS, ha anche presentato un progetto al ministero del Lavoro, "Donne al timone", volto a realizzare un'indagine conoscitiva sulla condizione della donna marinaio e dalla quale trarre utili elementi per l'impostazione di specifiche politiche».