Oggi, all'Hotel Hassler Villa Medici di Roma, Assiterminal, l'Associazione Nazionale dei Terminalisti Portuali, ha presentato al vice ministro ai Trasporti, Cesare De Piccoli, una lista dei problemi che assillano i porti italiani e ne frenano lo sviluppo nel corso del convegno "La sfida: come negli anni '90 i terminalisti portuali accettano la sfida del prossimo decennio" organizzato da Assiterminal in occasione dell'assemblea dell'associazione presieduta da Luigi Negri.
Porti che rischiano di interrarsi e che stanno soffrendo il blocco prolungato nel finanziamento di nuove infrastrutture; incapacità del sistema logistico di favorire la nascita di grandi imprese strutturate; ferrovie merci sull'orlo del collasso per l'assenza di una volontà politica di intervenire sui nodi di rilancio del settore; proliferazione di Autorità Portuali per le quali l'autonomia finanziaria rischia di restare un sogno. Questo l'elenco delle principali penalizzazioni - ha rilevato Assiterminal - che stanno ogni giorno di più allargando il gap competitivo fra la portualità italiana e la concorrenza nord europea e spagnola.
Nel corso del dibattito, che ha visto la partecipazione di Silvio di Virgilio (ministero dei Trasporti), Francesco Nerli (che verrà domani nominato presidente di Assoporti), Nicola Coccia (presidente Cnfitarma), Rodolfo De Dominicis (presidente Uir), Umbro Masucci (presidente Federagenti), Massimo Erolani (Filt), Giuseppe Smeriglio (Trenitalia Cargo) ed Enrico Cutillo (Fedespedi), sono emerse problematiche scottanti relative allo sviluppo della portualità e della logistica italiana: problematiche attinenti l'incidenza degli enti locali sulle scelte portuali, il mancato dragaggio dei porti italiani, ma anche la mancata deregulation nel settore con il riemergere - secondo i terminalisti - di rischi assistenziali a favore delle Compagnie portuali.
Il vice ministro De Piccoli si è impegnato ad affrontare queste problematiche ad un tavolo di confronto con i protagonisti del settore, il cosiddetto tavolo del mare. «Con "il Tavolo del Mare" - ha spiegato De Piccoli - il governo ha voluto ribadire l'impegno ad individuare un complesso di nuove proposte legislative, che vedono già oggi, il contributo di tutte le componenti economiche, sindacali e dei governi locali. Proposte che possono diventare patrimonio, rilanciando il ruolo dell'Italia nel sistema marittimo portuale e nello sviluppo della logistica. Solo così l'Italia potrà ritornare ad essere la vera protagonista del Mediterraneo». «Abbiamo aperto una nuova stagione che scommette sul rilancio e lo sviluppo dei traffici marittimi portuali», ha detto il vice ministro. «A breve - ha aggiunto - riporteremo alla normalità l'attività portuale nelle realtà commissariate e nomineremo nuovi presidenti. Avvieremo inoltre un programma di nuove misure legislative e normative necessarie per lo sviluppo del sistema marittimo con le categorie economiche a partire dalla revisione della legge 84 del 1994». «È necessario - ha concluso - favorire in tempi rapidi un adeguato livello di competitività del sistema portuale nazionale e il suo stesso grado di efficienza gestionale interna. Le nuove logiche globali e la concorrenza impongono maggiore efficienza tra tutte le componenti che operano all'interno del sistema dei porti. L'Italia deve poter avere, quanto prima, nuove infrastrutture per rendere sempre più accessibili gli scali marittimi e per poter competere su tutto il bacino Mediterraneo».