Ieri sera la port authority di Napoli ha annunciato che il TAR del Lazio «ha accolto in larga misura il ricorso presentato dall'Autorità Portuale di Napoli nei confronti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del ministero dell'Economia e delle Finanze contro la mancata approvazione del bilancio previsionale 2006 e dei limiti di capacità di spesa posti dalla legge finanziaria 2005».
«La sentenza - ha sottolineato l'ente portuale - è particolarmente importante anche a fronte della indubbia complessità della materia, rispetto alla quale il TAR del Lazio si è espresso nel merito in modo articolato ed approfondito. Se da un lato il TAR non ha accolto l'interpretazione proposta dall'Autorità Portuale in ordine alla possibilità - in quanto non considerabili come "spese proprie" dell'Autorità Portuale - di svincolare completamente dai limiti di spesa tutti ed indiscriminatamente i progetti approvati od in corso di approvazione dallo Stato, ha però confermato che non possono subire alcuna limitazione tutte quelle spese che afferiscono ai mutui già contratti, cioè quelli finanziati dalla legge 413/98 e dalla legge 166/02 e quelle necessarie a far fronte alle esigenze di cassa relative ad impegni già attivati».
«La posizione del TAR del Lazio, che gli stessi giudici motivano con l'esigenza di impedire che i vincoli posti dalla spesa si rivelino in realtà controproducenti, comportando maggiori oneri a carico del bilancio pubblico anziché risparmi di spesa - ha osservato la port authority - viene incontro alla principale preoccupazione avanzata da sempre dall'Autorità Portuale. Viene cioè scongiurato il pericolo di giungere ad un blocco dei cantieri e delle opere per le quali sono stati già assunti impegni con le imprese, oltre a quelle per le quali sono già stati contratti mutui».
«Esistono peraltro nella sentenza - ha concluso l'ente - elementi che l'Autorità Portuale intende esaminare in maniera più approfondita con i legali che l'hanno assistita nel ricorso, al fine di verificare il sussistere di ulteriori margini di utilizzo di quelle risorse già assegnate, registrate dalla Corte dei Conti e quindi di fatto riconosciute all'Autorità Portuale di Napoli».