European Sea Ports Organisation (ESPO) ha esortato oggi i ministri europei dell'ambiente ad assumere un approccio realistico in merito al tema della qualità dell'aria. L'associazione dei porti europei ha ricordato che lo scorso 26 settembre il Parlamento europeo ha adottato il proprio rapporto sulla proposta di direttiva della Commissione UE sulla qualità dell'aria, che - ha osservato ESPO - potrebbe avere un notevole impatto sulle attività dei porti di tutta Europa. Inoltre il prossimo 23 ottobre i ministri dell'Ambiente dell'UE raggiungeranno un'intesa politica riguardante questa proposta di direttiva. ESPO auspica che, nel corso di questo meeting, venga seguita la linea del rapporto del Parlamento, in quanto - ha sottolineato l'associazione - «enfatizza l'importanza di migliorare la qualità dell'aria nel lungo termine e non solo, più simbolicamente, nel breve termine». In particolare ESPO ha rilevato come «la proposta della Commissione Europea fosse eccessivamente incentrata sul porre limitazioni che, in alcuni ambiti, potrebbero essere rispettate solo fermando attività economiche». I porti europei ritengono che «tale approccio sia basato su una visione a breve termine che, tenendo conto degli obiettivi di Lisbona, non dovrebbe essere presa in considerazione».
ESPO è invece favorevole alla posizione del Parlamento europeo, «più focalizzata - ha spiegato l'associazione - su efficaci misure di controllo alla fonte». «In tal modo - ha precisato ESPO - possono essere garantite pari condizioni in tutta l'UE senza un impatto su singoli progetti di costruzione o di sviluppo».
Inoltre ESPO ritiene che «Il Parlamento abbia avuto un approccio più realistico sui reali obiettivi della proposta di direttiva, riducendo l'effetto negativo della qualità dell'aria sulla salute umana. Il principio è che valori limite dovrebbero essere applicati ovunque, ma in determinate località non dovrebbe essere fissato il rispetto di valori limite». «Alla fine - ha osservato l'associazione - il Parlamento ha adottato emendamenti che rendono ancora possibile lo sviluppo economico in aree dove lo stato della qualità dell'aria è buono. Il "principio del fermare tutto" della proposta della Commissione avrebbe pregiudicato qualsiasi nuovo sviluppo con emissioni tollerabili in tali aree, anche in assenza del superamento dei valori limite».