La giunta dell'ente regionale ligure si aspetta dalla legge finanziaria 2007 un sostegno per l'insediamento del gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk al terminal di Savona Vado. Lo ha detto oggi il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, a margine dell'inaugurazione del nuovo incubatore di imprese di Sviluppo Italia a Savona, sottolineando come il sistema dei porti liguri stia cominciando a crescere. «Siamo stati insieme in Cina - ha detto Burlando - c'è una maggiore coesione e tensione collaborativa e una minor competizione al suo interno, ora mi pare molto importante capire se questa finanziaria potrà, oltre a sbloccare gli investimenti tradizionali, con l'articolo 136 definire non tanto dei porti hub, quanto un sistema di porti hub in modo che comprenda gli scali di tutta la Liguria». «Altra cosa importante - ha aggiunto - è che trovi spazio quella norma, che noi abbiamo chiesto rientri nella legge finanziaria, che potrà consentire alla Maersk il proprio insediamento a Vado Ligure».
Oggi intanto è stato nominato il comitato esecutivo di Slala, la società logistica dell'arco ligure e alessandrino, del quale fanno parte i due assessori regionali ai Trasporti delle Regioni Liguria e Piemonte, Luigi Merlo e Daniele Borioli. L'ingresso dei due assessori nel comitato - hanno commentato Merlo e Borioli in una conferenza stampa presso la Provincia di Alessandria - «vuole rappresentare un chiaro segnale che sul tema delle infrastrutture, della portualità e della logistica le due regioni programmeranno e lavoreranno come se in realtà fossero una sola».
I due assessori hanno annunciato la predisposizione di un piano integrato pluriregionale che - hanno sottolineato - «rappresenta una straordinaria novità per il nostro paese». «Al governo - hanno detto i due assessori - ci presentiamo non per rivendicare qualcosa, ma per offrire l'opportunità di lavorare su un modello di sviluppo innovativo basato sulla circolazione delle merci e delle persone che, a nostro avviso, è oggi l'unico in Italia ad aver raggiunto un livello di articolazione degno dei sistemi che si stanno definendo nelle altre nazioni europee».
Merlo e Borioli hanno confermato come il terzo valico ferroviario Genova-Milano costituisca una «parte fondamentale e irrinunciabile di questo progetto». «Le nostre regioni - hanno spiegato - hanno condiviso nell'ultimo anno le delicate fasi approvative del progetto e, insieme alle regioni, tutti gli enti locali interessati. È un caso rarissimo in questo paese e ciò che troviamo singolare è la comparazione del terzo valico con opere che devono essere ancora approvate e, in taluni casi, devono ancora essere progettate in via definitiva». «Si tratta - hanno aggiunto - di un progetto articolato e ambizioso, chiaro e definito, che prescinde dalle sterili e ormai stucchevoli polemiche politiche, su cui registriamo un ampio consenso delle comunità locali, del mondo politico ed economico. Per questo il nostro sforzo deve essere orientato a unire tutte le forze, per trovare la soluzione che renda attuabile il progetto».
Per rendere fattibile il terzo valico, i due assessori hanno proposto al governo una piattaforma che includa garanzie di finanziamento già dal 2006 del nodo ferroviario di Genova che- hanno rilevato - è opera indispensabile e propedeutica la terzo valico, garanzie di finanziamento già nel 2006 delle attività progettuali relative alla permeabilità della linea storica, secondo quanto definito negli accordi procedimentali recepiti dalla delibera CIPE con cui è stato approvato il progetto definitivo del terzo valico e programmazione pluriennale dei finanziamenti necessari per i relativi interventi, e un accordo di programma con il governo sul tema "sviluppo del sistema portuale-logistico ligure-piemontese" che, prendendo le mosse dall'accordo procedimentale sulla logistica richiamato quale parte sostanziale dalla delibera CIPE, rimoduli la tempistica della realizzazione del terzo valico secondo prospettive certe e, nel contempo, inquadri gli interventi a supporto dello sviluppo della logistica, anche attraverso la valorizzazione funzionale e commerciale delle aree di pertinenza delle Ferrovie dello Stato.
«Si tratta - ha detto Merlo - di un intervento che può essere realizzato a fasi, a cominciare dalla realizzazione di un singolo binario specializzato per le merci, in grado di garantire una capacità di trasporto di 90 treni per 90 teu/treno pari 8.100 teu/giorno, per dare la necessaria risposta a una fase intermedia di sviluppo del porto di Genova e di quello di Savona. Prevedendo quindi un costo iniziale decisamente inferiore ai cinque miliardi totali, si potrebbe dal 2008 pensare di avere una significativa contribuzione nazionale, una analoga contribuzione comunitaria e inoltre verificare concretamente la possibilità di concorrere all'investimento da parte degli istituti bancari e di operatori del settore portuale e logistico, mantenendo anche l'ipotesi Autorità Portuale, qualora fossero estesi i principi di autonomia oggi appena accennati nella legge finanziaria».
Borioli si è soffermato sulle linee ferroviarie storiche rilevando che «l'asserzione di Mauro Moretti, amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato, circa il sottoutilizzo delle linee storiche non ha senso senza che siano proprio le FS a mettere mano a un piano di rilancio commerciale delle linee. Ciò richiede un preciso e serio piano industriale di Trenitalia Divisione Cargo, finalizzata a ottimizzare l'uso delle linee per il trasporto delle merci; accanto a ciò - ha aggiunto - dovrebbe essere considerata seriamente l'opzione di dare le linee storiche (ad esempio la Voltri-Ovada-Alessandria o la Savona-Acqui-Alessandria) alle Regioni Piemonte e Liguria, che potrebbero sviluppare iniziative coordinate nell'ambito del rilancio della portualità e della logistica».