«I comuni devono fare massa critica in una fase importante per lo sviluppo dei traffici portuali e della logistica, altrimenti c'è il rischio che si faccia strada il tentativo di razionalizzare questa realtà in termini neocentralistici». Lo ha detto ieri a Bastia Umbra il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, coordinatore di ANCI Porti, ai sindaci delle città portuali italiane riuniti nell'ambito della ventitreesima assemblea nazionale dell'ANCI.
«Oggi - ha spiegato Cosimi - le città devono avere la piena titolarità nel ruolo di pianificazione del territorio e i porti non possono trasformarsi in una sorta di "cittadelle" indipendenti dalla realtà circostante. Per questo l'ANCI intende partecipare a pieno titolo alla definizione della nuova legge sulla portualità, anche attraverso lo studi e la comparazione dei diversi sistemi europei di normazione e gestione dei porti e il loro rapporto con le città».
Il sindaco di Cagliari, Emilio Floris, ha ricordato come oggi i porti generino anche pesanti livello di inquinamento da traffico, creando notevoli problemi alle città senza fornire a queste ultime alcuna compensazione.
Anche il sindaco di Ancona e vice presidente nazionale ANCI, Fabio Sturani, ha ribadito che i porti sono oggi l'elemento di qualità del sistema complessivo infrastrutturale del Paese. «Da qui - ha sottolineato Sturani - la necessità di un'azione incisiva dell'ANCI per una legge di riforma dei porti in cui sia riconosciuto il ruolo alle città nelle scelte urbanistiche e di gestione del territorio e alle Autorità Portuali per la parte gestionale e delle attività tipicamente marittime».
Il sindaco di Civitavecchia, Giuseppe Saladini, ha descritto i problemi del porto della sua città «che si è quintuplicato in pochi anni, moltiplicando problemi di traffico e inquinamento, con un ruolo sempre più incisivo nel territorio anche su operazioni che nulla hanno a che fare con la portualità».
Nel corso del dibattito è stato espresso apprezzamento per la parte relativa ai porti del disegno di legge finanziaria per il 2007, in particolare per l'abolizione del tetto del 2% sulle spese e l'avvio dell'autonomia finanziaria delle autorità portuali, questione che - è stato osservato - favorisce i traffici e consente investimenti sulle infrastrutture.
L'ANCI ha annunciato di aver deciso di sviluppare nei confronti del governo e del parlamento una iniziativa per affrontare da protagonista la definizione della politica della portualità e della logistica italiane. Il prossimo appuntamento del coordinamento - ha spiegato l'associazione - è fissato per il mese di gennaio, per licenziare un documento da sottoporre all'attenzione del governo e delle commissioni parlamentari. Nel contempo il coordinamento ANCI città portuali ha deciso di incontrare Assoporti, l'associazione delle Autorità Portuali, per definire, per quanto possibile, elementi comuni nella riflessione sull'avvicinamento della normativa italiana a quella europea.