Ieri l'European Transport Workers' Federation (ETF), in collaborazione con l'International Transport Workers' Federation (ITF), ha avviato una campagna per promuovere soddisfacenti condizioni di lavoro e diritti per i marittimi, e per un loro trattamento non discriminato a bordo delle navi di bandiera UE. L'iniziativa - ha sottolineato ETF - ha l'obiettivo di portare l'attenzione sull'erosione di posti di lavoro e sulla loro precarietà nel settore dei traghetti in Europa.
La campagna è stata lanciata in concomitanza con lo svolgimento dell'European Ferry Conference, che si è conclusa ieri a Bruxelles, alla quale hanno partecipato i sindacalisti dei 16 Stati membri dell'ETF e della Croazia, rappresentanti del Parlamento europeo, della Commissione Europea e delle nazioni UE. La conferenza è stata incentrata sull'evoluzione, che ETF definisce «preoccupante», determinata dalle recenti controversie sociali nel settore dei traghetti, comparto nel quale - ha osservato l'organizzazione sindacale - «il calo dell'occupazione è accompagnato dal potenziale pericolo di un graduale rimpiazzo di marittimi UE con lavoratori a minor costo provenienti da paesi terzi e da Stati membri dell'est europeo e dalla difficoltà di preservare il know-how marittimo europeo». «Inoltre - ha rilevato ETF - non si riusciranno a garantire soddisfacenti condizioni di lavoro finché i marittimi resteranno inclusi nei quadri normativi generali che salvaguardano i lavoratori a terra». «Dobbiamo rimuovere il concetto - ha detto il segretario generale dell'ETF, Eduardo Chagas - che i marittimi siano cittadini di terza classe».