L'italiano Giuliano Gallanti è stato riconfermato oggi presidente dell'European Sea Ports Organisation (ESPO) dall'assemblea dell'associazione, riunitasi a Bruxelles. Inoltre sono stati nominati vicepresidenti Maria Nygren (porti svedesi) e Victor Schoenmakers (porto di Rotterdam).
Sottolineando il «grande onore» concessogli, Gallanti ha rimarcato anche la «grande responsabilità» che lo attende negli ulteriori due anni di mandato, visto - ha spiegato - «il processo di riflessione sulla futura politica per i nostri porti in Europa che abbiamo avviato con la Commissione Europea e con tutti i soggetti interessati».
Gallanti ha espresso soddisfazione per il processo di consultazione avviato dal commissario europeo ai Trasporti, Jacques Barrot: «il dibattito aperto e franco avuto sinora - ha detto - dimostra che c'è una grande volontà di ottenere risultati, anche su temi difficili come i servizi portuali e il ruolo delle autorità portuali, il finanziamento del porti, lo sviluppo portuale sostenibile e i temi sociali».
Il presidente dell'ESPO ha spiegato che lo sviluppo di una significativa politica portuale europea sarà innanzitutto la priorità del suo nuovo mandato ed ha espresso il suo impegno nei confronti della Commissione Europea per realizzare questo obiettivo. Nel contempo Gallanti ha messo in guardia dall'intraprendere una nuova iniziativa legislativa: «normalmente - ha osservato - un settore economico dà risultati molto migliori quando è incoraggiato e stimolato, piuttosto che quando gli viene detto cosa fare. Ciò è vero soprattutto per il settore portuale, che è tradizionalmente caratterizzato da uno spirito indipendente e competitivo. Certamente ciò non significa che non dobbiamo sottostare alle regole del gioco. Qui, dal mio punto di vista, risiede la sfida: chiarire come applicare le norme del Trattato europeo al nostro settore senza cercare di stabilire una politica a "taglia unica"». Riferendosi ai due progetti di direttiva sui servizi portuali bocciati dal Parlamento europeo, Gallanti ha rilevato come il settore portuale non possa «permettersi un terzo insuccesso».