ASSOFERR, l'Associazione Operatori Ferroviari e Intermodali, prevede la fine del trasporto combinato in Italia. «La fine dell'Intermodalità in Italia, almeno per quanto attiene il combinato nazionale stradale e marittimo - ha denunciato oggi l'organizzazione - è alle porte».
ASSOFERR ha annunciato la prossima fine del trasporto combinato quale risultato - ha spiegato - di «una legge finanziaria 2007 che ad oggi ha stanziato più di un miliardo di euro al solo autotrasporto (legge 266/2005, sconti autostradali, ecc.) e nulla per il reitero degli incentivi all'intermodalità e al trasporto delle merci pericolose (art. 38 legge 166/2002)» e di «una erogazione degli incentivi in corso per il triennio 2004-2006 di fatto bloccata per non precisati motivi da parte del soggetto attualizzatore con gli operatori che già hanno riversato al mercato - a termini di legge - parte di quanto devono ancora ricevere».
Inoltre - ha osservato l'associazione - «la ferrovia, in particolare Trenitalia, che ha sempre sostenuto il trasporto combinato si vedrà costretta, per motivi di risanamento e sostenibilità economica, ad applicare aumenti tariffari tra il 13% e il 20%».
«Temiamo - ha proseguito ASSOFERR - che questa spirale si estenderà quanto prima all'intero trasporto ferroviario merci coinvolgendo anche il traffico convenzionale non beneficiante tra l'altro di alcun incentivo ma soggetto anch'esso a forti aumenti tariffari e alla chiusura di impianti e stazioni. Stante questa situazione molti clienti hanno già manifestato agli operatori l'intenzione di abbandonare il trasporto intermodale e ferroviario».
«Senza un deciso intervento del governo e delle istituzioni - ha sottolineato l'associazione - il collasso del sistema logistico italiano legato alla ferrovia è prossimo e interi settori delle attività produttive e distributive dalla Sicilia alla Lombardia avranno dei contraccolpi mortali tenendo conto degli enormi sforzi fatti in questi ultimi anni in termini di investimenti in impianti, mezzi e organizzazione legati all'intermodalità».
«È questo - ha concluso ASSOFERR - il futuro del Sistema Italia dopo che si sono spesi fiumi di parole sul riequilibrio modale, sull'integrazione tra le diverse modalità di trasporto e i relativi
benefici ambientali? Crediamo proprio di no. Con un potenziale annuo di 2.500.000 UTI annue trasportate via ferrovia per una distanza media di 400 chilometri con punte molto superiori se consideriamo i collegamenti sud-nord aspettiamoci almeno 10.000 camion in più al giorno sulle strade e nei porti».