«C'è una differenza tra quello che avviene nei porti del Nord Europa e quello che avviene nei porti italiani. Dovunque ci sono rapporti problematici tra le città e i porti. La differenza dove sta: nel Nord Europa i problemi vengono risolti». Le parole di Giuliano Gallanti, presidente dell'European Sea Ports Organisation (ESPO), fotografano nitidamente il quadro portuale europeo. Nei porti nordeuropei, com'è accaduto ad esempio a Rotterdam con il progetto per la nuova area portuale Maasvlakte II, oppure a Felixstowe o a Le Havre con il progetto Port 2000 - ha ricordato Gallanti - le acute tensioni tra le città e i porti innescate dai progetti per la realizzazione di nuove infrastrutture portuali sono state risolte.
Gallanti ammette la difficoltà di dare invece una risposta al problema politico che impedisce lo sviluppo sostenibile dei porti italiani. «Bisogna risolvere - ha spiegato - l'immagine negativa che i porti hanno nell'opinione pubblica. Le soluzioni tecniche - ha precisato - esistono. EcoPorts le può fornire».
La Fondazione EcoPorts, un network nato nel 1999 e costituito da porti marittimi e da inland port per la condivisione delle esperienze nel settore ambientale, si è riunita oggi a Palazzo San Giorgio, sede dell'Autorità Portuale di Genova, per la propria assemblea annuale che si protrarrà fino a domani.
«Quello che facciamo - ha detto il presidente della Fondazione, Herman Journee - è di mettere insieme porti con medesimi problemi e di tentare di risolverli». Nel corso dell'incontro genovese i delegati di EcoPorts dibatteranno svariati argomenti, tra cui lo smaltimento dei rifiuti da nave, l'inquinamento acustico nelle aree portuali, le emissioni in atmosfera, i dragaggi e, in particolare, il tema dell'applicazione della tecnologia satellitare per monitorare i vari parametri di interesse portuale.
Questa mattina ai rappresentanti della Fondazione è stato illustrato il progetto dell'architetto Renzo Piano per la risistemazione del waterfront di Genova. «Il rapporto tra i porti e le città - ha ricordato il presidente dell'ente portuale genovese, Giovanni Novi - è notevolmente cambiato negli ultimi 20-30 anni. I porti sono più integrati nelle città. Con il progetto di Renzo Piano ci si prefigge questo obiettivo di convivenza tra porto e città».
A conclusione della conferenza stampa odierna un collega giornalista si è chiesto (perplesso) perché il progetto di Piano continui ad essere presentato a destra e a manca e non venga illustrato invece alla città oppure ai giornali e alle televisioni, affinché ne diano notizia ai genovesi.
I genovesi hanno visto il progetto dell'architetto nella primavera del 2004, quando l'allora governatore regionale Sandro Biasotti lo propose quale soluzione per il waterfront cittadino. Ma allora si chiamava "affresco" ed era una solo "visione". Ora è un progetto, ma non è ancora pronto, almeno non per presentarlo ai genovesi.
Forse, come ha ipotizzato qualcuno, il problema politico che ostacola lo sviluppo sostenibile dei porti è il medesimo che sinora ha impedito la realizzazione della linea ferroviaria TAV in Val di Susa. L'opposizione dei valligiani - è stato asserito - è dovuta al fatto che il progetto non è stato discusso con la comunità locale, che non lo ha condiviso.
Anche a Genova si alzeranno le barricate contro l'affresco di Piano? Forse, per farlo accettare, basterebbe presentarlo ai cittadini. Forse - temiamo - non basterà. Ma almeno sarebbe un inizio.
Bruno Bellio