Gli ultimi scioperi al porto di Gioia Tauro - prima quello proclamato dal sindacato Ugl, quindi l'agitazione di 48 ore decisa dal nuovo sindacato Sult - hanno fatto raggiungere il livello di guardia allo scalo calabrese. Lo ha sottolineato oggi Medcenter Container Terminal (MCT), la società del gruppo Contship Italia che gestisce il terminal per contenitori del porto.
«Un hub - ha osservato MCT - non è un normale porto, nel mercato internazionale dei traffici container è considerato alla stregua di un servizio pubblico che deve comunque essere operativo e funzionale. Pena la sua cancellazione dagli itinerari dei grandi vettori marittimi che gestiscono i traffici containerizzati e che purtroppo in più di una occasione hanno dimostrato quanto rapide, traumatiche e talora ultimative possano essere le loro decisioni di spostare traffici, navi e containers da un porto hub all'altro. Questo è il rischio che corre Gioia Tauro».
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In particolare MCT ha rilevato come lo sciopero proclamato dal Sult sia stato finalizzato a porre nuovamente in discussione l'accordo per il contratto integrativo aziendale siglato nel novembre scorso da MCT con i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil. L'azienda ha anche precisato come tutti i lavoratori del terminal siano impiegati sulla base e nel rispetto del contratto nazionale di lavoro, e come oltre il 25% del loro salario derivi proprio dal contratto integrativo aziendale. «Contratto che, alla luce delle rilevazioni statistiche - ha spiegato MCT - non può essere certo imputato per pesanti straordinari che per il personale di banchina, hanno inciso per sole 11 ore nel corso di tutto il 2005 e di 3,4 ore fra gennaio e ottobre 2006. E ciò a fronte di un orario di lavoro di 36 ore settimanali».