Torneranno a casa i cinque marittimi - due russi e tre birmani - che dal 26 luglio scorso sono a bordo della nave
Sea Star fermata nel porto di Porto Nogaro a causa di un sequestro conservativo disposto dal Tribunale di Udine per far fronte a debiti dell'armatore.
I marittimi partiranno il prossimo 19 febbraio e potranno ritornare dai propri familiari grazie all'opera della Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana attraverso l'Ufficio Nazionale per la Pastorale dei Marittimi, che per l'occasione ha deciso di utilizzare fondi provenienti dall'8 per Mille.
In questi mesi i cinque marinai sono stati aiutati a vivere dignitosamente grazie al sostegno della Croce Rossa, dell'Associazione "Misericordia" della Bassa Friulana, della Capitaneria di Porto di Porto Nogaro, del comune di San Giorgio di Nogaro nel cui territorio rientra l'area portuale, della Prefettura di Udine e dell'agenzia Marittima "Friul Trans". Con loro anche gli avvocati Bursich e Ventura e gli agenti di viaggio dell'agenzia Experience Travel di Verona che i sono adoperati per il buon esito della vicenda. Oggi, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella parrocchia di Porto Nogaro alla presenza di monsignor Giuseppe Andrich, vescovo di Belluno-Feltre e membro della Commissione Episcopale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Italiana, il direttore dell'Ufficio per la Pastorale dei Marittimi della Fondazione Migrantes, don Giacomo Martino, ha rivolto «un sincero e speciale ringraziamento a tutti coloro che istituzionalmente e personalmente sono stati vicino a questi uomini e con loro hanno condiviso questi lunghi mesi».
Don Martino ha ricordato che sono una ventina le navi sequestrate nei porti italiani per motivi di sicurezza o per inadempienza contrattuale degli armatori con la conseguenza che i marittimi sono costretti a restare nelle loro navi senza stipendio per mesi. «Nessuno li vede - ha sottolineato il sacerdote - ma quest'anno come Apostolato del Mare della Fondazione Migrantes abbiamo rimandato a casa ben sei equipaggi. Ma ormai la solidarietà non basta! Rimandare a casa i marittimi non basta a risolvere il problema perché ci sono mesi di stipendio arretrati e famiglie lacerate». Don Martino ha sollecitato l'istituzione a Porto Nogaro, com'è stato fatto in diversi porti italiani, di Comitati di "Welfare Marittimo", costituitisi a livello nazionale nell'aprile scorso presso il Ministero dei Trasporti, e di istituirli anche negli altri porti dove ancora non sono presenti; inoltre ha sottolineato la necessità di istituire anche a Porto Nogaro una sezione della "Stella Maris", espressione dell'Apostolato del mare come centro di accoglienza e formazione aperta a tutta la gente di mare.
Secondo recenti indagini - ha ricordato l'Apostolato del Mare - . Mancano gli standard di sicurezza, si vive con orari di lavoro interminabili e con salario minimo.