Nel 2006 il gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk ha riportato un utile netto di 16,2 miliardi di corone danesi (2,7 miliardi di dollari), con una flessione del 19,9% rispetto all'esercizio annuale precedente. I ricavi sono cresciuti del 26,9% a 264,7 miliardi di corone danesi. L'utile ante imposte è ammontato a 36,0 miliardi di corone danesi (+8,9%).
Il settore del trasporto marittimo containerizzato, comparto nel quale il gruppo opera con i marchi Maersk Line e Safmarine e di cui è leader mondiale con una flotta della capacità di stiva pari ad oltre 1.750.000 teu, è stato il solo ramo d'attività in cui A.P. Møller-Mærsk ha registrato risultati che - come ha sottolineato oggi l'amministratore delegato del gruppo, Jess Søderberg - sono stati «molto negativi». La divisione ha totalizzato un passivo dopo le imposte di 3,4 miliardi di corone danesi su ricavi per 150,3 miliardi di corone danesi, contro un utile netto di 7,6 miliardi e ricavi per 128,9 miliardi di corone danesi nel 2005. Il settore - ha rilevato A.P. Møller-Mærsk - ha sofferto dello sbilanciamento tra offerta e domanda determinato dalla crescita della capacità della flotta mondiale di portacontainer che è risultata maggiore rispetto all'aumento dei volumi trasportati. Tale sbilanciamento ha causato un ribasso dei noli, effetto negativo al quale si è sommato l'aumento del costo del bunker, salito mediamente del 26% rispetto al 2005. Inoltre sono state incontrate difficoltà nell'implementazione di sistemi informatici causate dall'integrazione nel gruppo della P&O Nedlloyd, compagnia di navigazione che l'azienda danese ha comprato nel 2005 (
inforMARE dell'
11 maggio e
11 agosto 2005). «Ora, per tornare al profitto con Maesk Line - ha precisato Søderberg - si focalizzerà l'attenzione sulla crescita degli introiti piuttosto che sulle quote di mercato».
Lo scorso anno APM Terminals, la filiale che opera i terminal portuali del gruppo, ha registrato un aumento del 18% dei volumi movimentati, attestatisi a 28,4 milioni di teu, e il risultato netto totalizzato dalla società, nonostante i maggiori costi di start-up relativi ai nuovi container terminal acquisiti - ha precisato A.P. Møller-Mærsk - è stato positivo e superiore alle previsioni (99 milioni di dollari rispetto a 75 milioni di dollari nel 2005).
Il settore cisterniero e offshore del gruppo ha chiuso il 2006 con un utile netto di 5,7 miliardi di corone danesi su ricavi per 22,2 miliardi di corone danesi, con incrementi rispettivamente del 49,0% e del 19,6% rispetto all'esercizio precedente. Il comparto ha registrato un incremento dell'attività a fronte di noli ad un livello analogo a quello del 2005. Il risultato ha beneficiato dei proventi derivanti dalla cessione di navi e della variazione dei periodi di ammortamento.
Positivi anche i risultati della divisione Oil e Gas, che ha archiviato l'esercizio con un utile dopo le imposte di 10,1 miliardi di corone danesi (+44,8% sul 2005) e ricavi per 41,1 miliardi di corone danesi (+49,9%).
Il settore della costruzione navale ha totalizzato un utile netto e ricavi pari rispettivamente a 1,8 miliardi (+7,3%) e 14,8 miliardi di corone danesi (+9,8%).
Nel 2007 A.P. Møller-Mærsk prevede di ottenere ricavi per un totale di 280 miliardi di corone danesi. Nel settore dei container è attesa una crescita dell'8-9% dei volumi trasportati, che però - ha precisato il gruppo - sarà lievemente inferiore per Maersk Line, che - come detto - focalizzerà l'attenzione sull'aumento dei risultati economici piuttosto che dei volumi. Per la divisione cisterniera e offshore è previsto un risultato in linea con quello del 2006.