Troppo pessimismo finisce per danneggiare il porto. Porre l'accento sulle criticità per individuare i problemi e risolverli. Due visioni contrapposte su come si debba guardare alle vicende del porto di Genova. Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
Da sempre questi due punti di vista dividono chi si occupa di portualità a Genova. Chi ha responsabilità politiche o amministrative nei confronti dello scalo di norma si colloca tra gli ottimisti, tra coloro che mettono in evidenza anche gli aspetti positivi delle vicende portuali. Dall'altra ci sono tradizionalmente gli operatori e gli utenti del porto, il cui pessimismo è accentuato dai problemi con i quali devono confrontarsi quotidianamente.
Le due "fazioni" si sono fronteggiate nuovamente stamani a Palazzo San Giorgio, sede dell'Autorità Portuale di Genova, nel corso della sessione pubblica dell'assemblea annuale dei soci dell'Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori di Genova.
Da una parte Giovanni Novi, presidente dell'ente portuale genovese, Giorgio Guerello, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Genova, e Luigi Merlo, assessore ai Trasporti della Regione Liguria, che hanno sottolineato più o meno marcatamente il pessimismo che - secondo loro - caratterizza la relazione del presidente degli spedizionieri Piero Lazzeri. Dall'altra i rappresentanti degli operatori economici: il presidente di Confetra, Pietro Vavassori, il presidente della Camera di Commercio di Genova, Paolo Odone, il rappresentante dell'associazione degli agenti marittimi genovesi, Giovanni Cerruti, e il presidente del Comitato Utenti e Operatori del Porto di Genova, Giuseppe Costa.
Nella relazione di Lazzeri, che pubblichiamo nella rubrica "
Forum dello shipping e della logistica", non ci sono certo ipocrite reticenze. Il bicchiere - secondo gli spedizionieri - è mezzo vuoto. «L'idea che fra non molti anni Genova non sia più una metropoli - ha osservato Lazzeri - ma neanche una città industriale piace a tanti frequentatori di salotti buoni. L'idea che il lavoro possa essere solo terziario avanzato piace ancora di più, diventa argomento di piacevole conversazione fra pensionati benestanti lontani anni luce dalla realtà».
Nel suo intervento Lazzeri ha sorvolato sui progetti per la realizzazione del terzo valico ferroviario Genova-Milano e sul nuovo waterfront portuale disegnato dall'architetto Renzo Piano. Il pessimismo, in questo caso, sarebbe probabilmente salito a livelli insostenibili anche per chi vede le cose dal lato peggiore: «la nostra speranza - ha confermato il presidente degli spedizionieri - è che alla rassegnazione che ormai ci coglie quando si parla di questi due temi subentrino nuove energie ed una rinnovata volontà realizzatrice».
Tuttavia la critica degli spedizionieri è rivolta in molte altre direzioni: «le ferrovie - ha rilevato Lazzeri - sono un disastro e sono inserite in un sistema di trasporti sempre più lontano da ogni logica di efficienza e di corrispondenza alle esigenze del mercato». «Sul piano locale - ha aggiunto - la mancata realizzazione dell'autoparco ha assunto toni farseschi». Inoltre il Comitato Portuale, «così come è strutturato e gestito adesso, è un organo nel quale le categorie non hanno la possibilità di incidere. La rappresentanza è solo formale, nella sostanza si ratificano in passerella decisioni già assunte».
Le critiche, «la denuncia costante dei ritardi della città nel far proprie le esigenze di modernizzazione del porto, la principale fonte di reddito della nostra economia» - ha però assicurato Lazzeri - vogliono essere uno sprone. «Anche in questa relazione - ha ammesso - siamo stati molto critici, e credo che lo saremo anche nei prossimi anni, come saremo sempre tra i primi a felicitarci per le cose che si sapranno realizzare».
Novi, però, evidentemente ritiene che gli spedizionieri siano tutt'altro che disposti a felicitarsi. «La relazione - ha sostenuto il presidente dell'Autorità Portuale - è troppo pessimista». «Non parliamo più delle scelte passate fatte male - ha esortato riferendosi agli interventi alla Fiumara e a Ponte Parodi, nonché alla "dipartita" del cosiddetto superbacino - chiediamoci invece dove eravamo allora».
L'affondo di Novi è diretto: «il porto di Genova - ha osservato - non cresce, si dice. Ma portiamo le merci! Gli spedizionieri portino le merci! Potremmo fare 2,9 milioni di teu».
Il presidente della port authority si è schierato con Lazzeri nell'accusare lo stato di drammatica difficoltà ed inefficienza del comparto ferroviario, mentre non ha condiviso il giudizio del presidente degli spedizionieri sulla capacità del Comitato Portuale di accogliere le istanze delle categorie che vi sono rappresentate, anzi si è dichiarato esterrefatto per la contestazione di mancanza di trasparenza: «il Comitato - ha assicurato Novi - non è mai stato così aperto come oggi».
Da parte sua il presidente di Confetra ha fatto proprie le valutazioni espresse dagli spedizionieri, mentre l'assessore Guerello si è risentito per «la relazione un po' ingenerosa verso l'amministrazione comunale». Secondo il rappresentante di Palazzo Tursi, le "liti" tra gli assessori comunali all'urbanistica e ai trasporti dimostrano «una passione per il porto e la città che nella relazione è un pochino sottovalutata».
Per l'assessore regionale Merlo è pericolosa la «discussione introflessa all'interno dello stesso porto, che provoca dall'esterno spinte al ridimensionamento dello scalo». Merlo ha sottolineato la necessità di mettere mano alla legge 84/94 sui porti, con «una riforma - ha precisato - che non deve essere una cosa parziale, ma piuttosto di settore». Il presidente della Camera di Commercio ha concordato con l'assessore sulla necessità di abbassare i toni: «gli altri porti italiani - ha rilevato Odone - approfittano della troppa litigiosità del porto di Genova. Questo si dice in giro».
Il rappresentante degli agenti marittimi ha azzardato una proposta. Potrebbe essere opportuno chiedere ai candidati sindaci Marta Vincenzi ed Enrico Musso un "contratto" con gli operatori portuali: «è l'unico modo - ha spiegato Giovanni Cerruti - che abbiamo di incidere».
La relazione del direttivo degli spedizionieri riserva ampio spazio alla parte dei programmi dei candidati alla carica di primo cittadino di Genova dedicata alla portualità. Da un rinnovamento delle cariche politiche ci si attende sempre - forse ingenuamente - un cambio di marcia. Anche noi di
inforMARE, come gli spedizionieri, speriamo in una svolta. Una città come Genova non può permettersi di perdere anni, come sta facendo, in attività di pianificazione del territorio portuale ed urbano, esercizio in buona parte accademico visto che, quando si arriva al dunque, quando si tratta di realizzare i progetti, si scopre che ormai sono obsoleti, magari inattuabili o controproducenti per lo sviluppo economico e sociale della città. Una consuetudine che rispecchia l'attitudine dei vertici politici locali ad una programmazione fine a se stessa. A Marta Vincenzi e ad Enrico Musso, noi - ma crediamo anche gli spedizionieri - chiediamo non enunciazioni di principio, ma programmi che possano, anzi debbano essere rispettati.
Bruno Bellio