- I consiglieri regionali liguri dei Verdi Carlo Vasconi e Cristina Morelli hanno annunciato oggi l'avvio di nuove iniziative a livello politico regionale e nazionale affinché il progetto della piattaforma container del gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk a Vado Ligure sia sottoposto alla valutazione anche del ministero dell’Ambiente e della direzione regionale per i Beni architettonici e ambientali.
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- Obiettivo dei Verdi è di arrivare al ridimensionamento del terminal che, secondo il “Sole che ride”, sarebbe sproporzionato sia rispetto al territorio, sia dal punta di vista economico.
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- «L’accordo di programma per il progetto della piattaforma di Vado - è stato spiegato - doveva essere sottoposto al giudizio del ministero dell’Ambiente e del direzione regionale per i Beni architettonici. L’iter seguito non è stato corretto: i due enti non hanno partecipato alla conferenza dei servizi per osservazioni e modifiche». I rappresentanti dei Verdi hanno illustrato le loro contrarietà attraverso un dossier - che pubblichiamo di seguito - e un video.
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- Secondo i Verdi, per quanto riguarda le dimensioni il terminal avrà una superficie di 210mila metri quadrati a cui bisogna aggiungere il prolungamento della diga foranea a protezione dell’opera, e per quanto concerne i costi di realizzazione sono stimati in 450 milioni di euro di cui 150 investiti dai privati.
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- Per “Il Sole che ride” lo spazio costiero della rada è già compromesso dalle opere del porto commerciale, dal collegamento con le infrastrutture e dalle presenze industriali ad alto rischio ambientale. Nella cittadina in provincia di Savona sono presenti, inoltre, tre discariche e una centrale termoelettrica. I Verdi sono quindi preoccupati per l’ulteriore impatto ambientale legato alla movimentazione dei container in termini di traffico e d’inquinamento acustico, dell’aria e delle problematiche relative alla stagnazione delle acque nella rada del porto di Vado.
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- «Analizzando quest’opera e il territorio in cui verrebbe inserita - ha spiegato Vasconi - essa risulta essere prima di tutto sproporzionata rispetto al territorio che verrà condizionato dal punto di vista ambientale, paesaggistico, marino e acustico. E sproporzionata dal punto di vista economico. Relativamente all’ambito locale riteniamo che si debba effettuare un’approfondita valutazione dei costi e dei benefici in cui si tenga conto della qualità della vita della popolazione vadese che a gennaio sarà chiamata a esprimersi, attraverso una consultazione popolare, speriamo sul quesito si o il no al progetto. Una decisione ponderata e seria potrà avvenire solo tramite un’analisi corretta di tutti i dati economici e ambientali». E per agevolare questo processo i Verdi hanno indetto un incontro pubblico con tecnici, amministratori e politici che si terrà giovedì 22 novembre alle ore 21.00 alla Società di mutuo soccorso Baia dei pirati di Vado.
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- «Bisogna arrivare - ha concluso Cristina Morelli - a coniugare l’economia con l’ecologia. Con questo modo di procedere, invece, continueremo a cementificare. Dobbiamo cambiare il tipo di sviluppo economico. Questo sito è all’interno del Santuario dei cetacei su cui si punta tanto per il turismo, e se arriveranno navi da diecimila teu, più lunghe della Tour Eiffel, i rischi per la vita dei cetacei diventeranno enormi, e, quindi, gli animali saranno costretti a cambiare rotte».
- Gruppo Consigliare Verdi
Federazioni Verdi della Provincia di Savona-
- Piattaforma multipurpose
di Vado Ligure-
- Tale opera avrà un così forte impatto che la Valutazione di Impatto Ambientale nazionale diceva testualmente:
- “..difficilmente condivisibile dal punto di vista paesistico poiché comporta un interramento di un’ estensione tale da occupare grande parte dell’ intero golfo di Vado e da diventare elemento dominante da qualsiasi punto di vista del territorio circostante…”
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- “Si segnala la possibilità di ritrovamenti archeologici sui fondali interessati dall’ intervento.”
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- A Vado Ligure in provincia di Savona dopo anni di discussioni e contestazioni si sta arrivando all’ approvazione del progetto di piattaforma multipurpose che dovrebbe essere data in concessione per 50 anni dal colosso danese dei trasporti Maersk.
- Le principali caratteristiche dell’opera:
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- Dimensioni: la piattaforma avrà una superficie di 210.000 mq a cui bisogna aggiungere il prolungamento della diga foranea a protezione dell’ opera.
- Occupazione e Movimentazione:
Anno |
Movimentazione |
Personale Amministrativo |
Personale Tecnico Diretto |
Personale Indiretto |
2012 |
450.000 TEUs |
58 |
250 |
150 |
2020 a regime |
720.000 TEUs |
65 |
350 |
250 |
- Costi di realizzazione: sono stimati in 450 milioni di cui 150 investiti da Maersk (50 milioni per l’ infrastruttura e 100 milioni per i mezzi operativi) e 300 a carico del pubblico.
- Peculiarità vi attraccheranno le più grandi navi del mondo, finora mai arrivate nell’ alto Tirreno.
“Il nuovo terminal container di Vado Ligure … consentirà l’ormeggio delle navi portacontenitori di ultima generazione, di capacità superiore a 10.000 teu, caratteristica che rende il progetto unico nel panorama del Nord Tirreno.” [dichiarazione riportata dal sito del governo nell’ ambito delle audizioni con gli operatori portuali www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/tav/quaderno2/Q02_2f_Audiz_porti.pdf ]
- Il Territorio
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- Vado è una cittadina di 8000 abitanti e questa piattaforma da sola sarà più grande del suo centro!
- Lo spazio costiero della rada di Vado è già compromesso dalle opere del porto commerciale e dai collegamenti con le infrastrutture (parcheggi, svincoli, stradoni, tunnel, banchine...) e da presenze industriali ad alto rischio ambientale (Infineum, Petrolig, Zinox, Vetrotex ).
- Inoltre nella cittadina sono presenti tre discariche (inerti, R.S.U. , rifiuti speciali), una ferrovia e una centrale termoelettrica.
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- In questo quadro ambientale critico preoccupa molto l’ ulteriore impatto ambientale legato alla movimentazione dei container in termini di traffico e di inquinamento acustico, dell’aria e delle problematiche relative alla stagnazione delle acque nella rada di porto vado..
- Analizzando quest’ opera e il territorio in cui verrebbe inserita essa risulta essere:
Sproporzionata rispetto al territorio che verrà condizionato dal punto di vista ambientale paesaggistico, marino e acustico; sproporzionata dal punto di vista economico in quanto richiede un investimento di 300 milioni di soldi pubblici per avere a regime soli 400 posti di lavoro sicuri.-
- Per valutare l’ impatto ambientale della piattaforma multipurpose è bene tener presente che le dimensioni ridotte di Vado e la vastità di quest’ opera faraonica impediranno una separazione fra la piattaforma e la città risultando fortemente penalizzanti per la popolazione.
- La posizione del Gruppo Consiliare Verde
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- I Verdi ritengono che per il suo impatto sull’ alto Tirreno e per la vastità dell’ opera la piattaforma Multipurpose abbia una forte valenza regionale.
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- Relativamente all’ ambito locale riteniamo che si debba effettuare una approfondita valutazione dei costi e dei benefici in cui si tenga conto della qualità di vita della popolazione vadese. Inoltre invitiamo ad avere un atteggiamento aperto che si interroghi sul tipo di sviluppo che si vorrà realizzare a Vado nei prossimi 100 anni.
- Una decisione ponderata e seria potrà avvenire solo tramite una analisi corretta di tutti i dati economici ed ambientali e per agevolare questo processo i Verdi hanno indetto un incontro pubblico alla presenza di tecnici esperti di economia e portualità e di amministratori e di politici che finora si sono schierati a favore e contro questo progetto.
- L’ incontro si terrà il
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22 Novembre a Vado Ligure
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alla S.M.S. Baia dei Pirati alle 21:00
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- Le criticità che i Verdi sollevano in merito al progetto della piattaforma sono le seguenti:
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- In considerazione del previsto raddoppio della circolazione di 964 veicoli al giorno rispetto ad una media odierna di 404, si rileva come la nuova viabilità portuale comporterà un peggioramento della qualità dell’aria, del rumore ed un incremento di emissioni inquinanti diffuse che la piattaforma indurrà in relazione all’aumento di traffico nell’area di Vado Ligure e nelle aree esterne alla Città di Vado Ligure anche per gli aspetti legati alla movimentazione deposito dei materiali durante i lavori dei cantieri;
- Rispetto al progetto preliminare licenziato dalla conferenza dei servizi sulla piattaforma del 13 novembre u.s. si dovevano rispettare le prescrizioni del Comitato Tecnico Regionale (relazione istruttoria del 29/04/2003) e del Ministero dell’ Ambiente (nota 21 aprile 2005) che subordinavano l’approvazione del progetto ad una preventiva progettazione del raccordo ferroviario con la banchina (prevista ancora in sottopasso alla via aurelia).
Invece attualmente il trasporto su ferro è stato sostituito con un’ ipotesi di sovrappasso che prevede il trasferimento dei container con ralle ossia mezzi diesel altamente inquinanti, ipotesi ancora più penalizzante per l’ inquinamento dell’ aria.
- la piattaforma, anche se ridotta a 210.000 metri quadrati rispetto agli iniziali 250.000, comporta un grande impatto ambientale con l’interramento di un’estensione tale da occupare grande parte dell’intero golfo di Vado e da diventare elemento dominante da qualsiasi punto di vista del territorio circostante.
- Restano le perplessità su alcuni punti critici sollevati dal Comitato tecnico regionale - sezione Valutazione Impatto Ambientale- sulle previste attività di dragaggio alla luce della accertata presenza sui fondali di inquinanti con discreta tossicità sia nel breve che nel lungo periodo (metalli pesanti: mercurio, piombo, zinco e da sostanze organiche, idrocarburi policiclici aromatici, idrocarburi).
- Nell’ambito del progetto preliminare il parere di prefattibilità ambientale regionale mette in rilievo le criticità derivanti sia dalla tipologia delle scelte progettuali sia dalle operazioni di bonifica che dovranno essere eseguite in relazione alla stabilità dell’opera e alla movimentazione dei sedimi inquinanti.
- Il progetto non definisce gli impatti che l’opera comporterà sulla dinamica costiera e sulla qualità complessiva delle matrici acque marine, aria, clima acustico e biocenesi;
- Viste le prescrizioni del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 21/01/2005 circa la possibilità di ritrovamenti archeologici sui fondali interessati dall’ intervento, deve necessariamente essere eseguita procedura di verifica preventiva dell’ interesse archeologico (in osservanza alla legge nr. 109 del 25/06/2005).
- A giudizio dei verdi il progetto è incompleto rispetto alle prescrizioni del ministero dell’ ambiente e dei beni Culturali.
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- Ricordiamo che il progetto esecutivo dovrà essere rinviato ai Ministeri dei beni Culturali e dell’ Ambiente per la successiva autorizzazione.
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