- Assologistica sollecita un'accelerazione delle iniziative per ridurre gli infortuni sul lavoro. Dopo l’ennesimo tragico incidente nella portualità italiana avvenuto venerdì scorso a Porto Marghera, dove due operai sono deceduti per asfissia nella stiva della nave World Trader, l'associazione ha richiesto «una forte accelerazione dei lavori della Commissione ad hoc incaricata della revisione della normativa concernente navi e porti, inglobando il contributo e l’esperienza di tutti gli attori coinvolti nel lavoro portuale».
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- L’associazione, che raggruppa 250 imprese di logistica, terminal portuali, interporti e magazzini generali, ha sottolineato come «l’abbattimento degli infortuni sui posti di lavoro debba essere obiettivo prioritario del mondo datoriale, dei lavoratori e delle pubbliche amministrazioni».
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- «Occorre incidere innanzitutto - ha rilevato il presidente di Assologistica, Nereo Paolo Marcucci - sull’approccio culturale della sicurezza che vige nel nostro paese con provvedimenti legislativi che agiscano sulla prevenzione, recependo le positività ed i modelli di assoluta eccellenza che molte imprese operanti nei porti italiani hanno nel frattempo volontariamente avviato mediante forti investimenti economici. In questa ottica abbiamo presentato alla Commissione competente un documento di proposta di modifica di alcuni articoli del decreto legislativo 272/99, mentre nei giorni scorsi abbiamo discusso come associazione sulla bozza di decreto legislativo della 123/07, a proposito del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di sito produttivo. Su questo è fondamentale per Assologistica che le attribuzioni del rappresentante siano assegnate a livello di contrattazione collettiva nazionale e non a livello locale, perché in ambiti lavorativi particolarmente complessi come quelli portuali e logistici in generale, in cui il rischio di interferenza tra più imprese è oggettivamente elevato, vi sia omogeneità di interpretazioni, necessaria alla efficienza di tutto il sistema».
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- Assologistica ha reso noto che i punti principali individuati dal documento presentato dall'associazione sulla 272/99 riguardano: «la formazione di ingresso, per mansione, dei formatori e l’informazione dei lavoratori che tenga conto del panorama portuale italiano fortemente variegato per tipologia di traffico e per dimensione degli operatori, con il risultato di produrre rischi per gli operatori non comparabili tra loro; il rafforzamento del Comitato Igiene e Sicurezza; una maggiore responsabilizzazione della nave sulla sicurezza dei lavoratori portuali, istituendo una figura che ciascun armatore deve individuare per legge sul nostro territorio, analogamente a quanto avviene per l’espletamento delle formalità doganali o marittime; la sosta nelle aree portuali di merci pericolose; il miglioramento dell’interfaccia tra imprese terminalistiche e di autotrasporto, con l’attribuzione per il terminalista dell’obbligo di fornire i rischi e procedure vigenti nelle aree portuali e per l’autotrasportatore di formazione e verifica del rispetto di tali obblighi e divieti, con particolare riguardo a quelli delle fasi di carico e scarico dei mezzi».
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