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Appello dell'assessore regionale ligure Merlo affinché venga sospeso il blocco delle dogane
L'astensione dagli straordinari, insieme con i gravi ritardi nell'attività del VTE, sta paralizzando l'attività nel porto di Genova
29 gennaio 2008
L'assessore ai Trasporti e porti della Regione Liguria, Luigi Merlo, che è in attesa del parere consultivo delle commissioni competenti di Camera e Senato e del successivo decreto ministeriale che lo nominerà ufficialmente presidente dell'Autorità Portuale di Genova, ha rivolto un appello affinché venga sospeso il blocco delle dogane che, insieme con i gravi ritardi nell'attività del Voltri Container Terminal (VTE), sta paralizzando l'attività nel porto di Genova.
«È un appello - ha detto oggi Merlo - al senso della responsabilità in una fase cosi delicata per il nostro paese, quello che faccio alle organizzazioni sindacali e ai lavoratori del comparto delle agenzie fiscali, in particolare al personale delle dogane di Genova. È evidente a tutti che in questo momento sono improbabili risposte di merito e quindi faccio un invito accorato affinché sia sospesa l’astensione dallo straordinario che rischia di mettere in ginocchio lo scalo di Genova».
«Consapevole delle richieste dei lavoratori e della necessità di un significativo incremento degli organici - ha aggiunto l'assessore - manifesto la disponibilità della Regione ad affrontare la questione di merito, per concorrere ad una positiva conclusione del confronto, come già avvenuto in passato, ma allo stesso tempo ritengo sia inutile mantenere una protesta, per giunta solo a Genova, sapendo dell’impossibilità di una reale interlocuzione con il governo e la straordinaria emergenza che si è determinata al terminal VTE».
«Una tregua - ha concluso Merlo - è necessaria e indispensabile, mantenere oggi l’azione di protesta oltre a non portare alcun beneficio ai lavoratori danneggerebbe in maniera gravissima l’efficienza dello scalo. Mi auguro che il buon senso prevalga, che si proceda ad una sospensione immediata della agitazione ed a un suo rinvio, e contestualmente, alla verifica di una posizione da condividere con le istituzioni in modo da poter tutti insieme porre la questione al governo non appena sarà delineato il quadro politico nazionale. Nessuno oggi capirebbe a Genova e in Italia una posizione diversa da parte di lavoratori e organizzazioni sindacali».
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