- Un successo. Ma che tristezza. È stata successo perché nel parterre figuravano tutti gli esponenti di spicco della classe politica locale e ciò dovrebbe costituire un indice dell'attenzione con la quale sono tenute in considerazione le problematiche della categoria. Facile, direte voi: siamo a quindici giorni dalle elezioni. Verissimo. Ed è il triste segnale di una consuetudine difficile a morire della politica, che è pronta a schierarsi in prima fila al momento del bisogno per poi diventare evanescente ed improduttiva una volta terminata l'urgenza imposta dalla scadenza elettorale.
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- Non è certo colpa dell'Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori di Genova (Spediporto) l'aver tenuto la propria assemblea annuale, svoltasi stamani in sessione pubblica a Palazzo San Giorgio, a pochi giorni dalla prossima tornata elettorale.
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- L'appuntamento con le urne ha però condizionato la riunione. Vuoi che tutti ormai si sono resi conto che si sta raschiando il fondo del barile, vuoi per pragmatismo. Comunque sia quest'anno gli spedizionieri genovesi hanno preferito incentrare le loro proposte su temi prettamente locali, consci che - ha spiegato il presidente di Spediporto, Piero Lazzeri - nei prossimi quattro-cinque anni il porto di Genova «non vedrà nulla di nuovo». Meglio tralasciare, quindi, obiettivi strategici tanto ambiziosi quanto irraggiungibili e concentrarsi invece sul fattibile, sul possibile, sull'immediato. Su questo è focalizzata la relazione della Spediporto, che pubblichiamo nella rubrica “Forum dello shipping e della logistica”.
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- Tale approccio è stato condiviso dal sindaco di Genova, Marta Vincenzi, che ha sottolineato come realistica «la richiesta di ciò che si può fare da subito», dal presidente della Camera di Commercio, Paolo Odone, che ha evidenziato la saggezza di aver presentato «non proteste, ma proposte», e dal presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto, che ha rilevato la «forte concretezza» della proposta. Il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, ha spostato l'attenzione sulle possibilità offerte dall'extragettito sui traffici portuali per finanziare la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali, a partire dal terzo valico ferroviario Genova-Milano, mentre Luigi Grillo, membro della commissione Lavori pubblici del Senato, ha sottolineato la necessità di riscrivere il titolo V della Costituzione proprio scongiurare il blocco delle opere.
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- Conscio dell'arduo compito che lo attende, il nuovo presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo, ha sollecitato la politica ad un serio impegno per l'aggiornamento della legge di riforma portuale n. 84 del 1994 affinché siano riscritte le regole di governo dei porti. Prima che con quelle nazionali, Merlo dovrà però fare i conti con le criticità locali: innanzitutto quella costituita dalla stessa Autorità Portuale di Genova, «un ente - sono le parole del suo presidente - fortemente destrutturato come pochi esempi in altre realtà».
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- La nutrita presenza politica all'assemblea ha lasciato poco spazio agli altri. È con amarezza, tuttavia, che si è dovuta registrare la scarsa attenzione prestata nei confronti dei rappresentanti delle categorie imprenditoriali e portuali, tra cui il presidente di Fedespedi, Alessandro Trapolino, costretto ad intervenire di fronte ad una prima fila deserta e in assenza di alcuni esimi colleghi.
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- Forse perché ancora vi aleggia l'inquietudine suscitata dalle vicende giudiziarie che hanno scosso l'ente portuale, oggi nella Sala del Capitano di Palazzo San Giorgio si respirava un'aria di pessimismo, che - ammettiamo - ci ha contagiato. Ci sembra che dall'assemblea pubblica non sia scaturita alcuna novità. Perciò siamo pessimisti: perché da anni gli spedizionieri genovesi auspicano di ottenere non le cattedrali nel deserto, ma le condizioni di base. E ancora non le hanno avute.
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Bruno Bellio
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