- Il Gruppo Giovani Armatori di Confìtarma, nel corso del convegno “L'economia mondiale nel Terzo Millennio: una realtà in continuo ed imprevedibile cambiamento. I nuovi scenari e le prospettive future alla luce dei recenti mutamenti internazionali” organizzato ieri a Capri, si è interrogato sugli effetti del terremoto che sta scuotendo il mondo finanziario internazionale.
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- «L'idea di analizzare questa tematica - ha spiegato il presidente del Gruppo, Giuseppe Mauro Rizzo - era già nata prima dei recenti eventi che hanno provocato la crisi dei mercati internazionali. È in atto una crisi della credibilità del mondo finanziario che ha avviato un processo di speculazione che ora suscita una crisi di dimensioni abnormi. Il rischio è che venga danneggiata anche l'economia reale, quella sana che ha saputo agganciarsi al processo di globalizzazione con investimenti mirati allo sviluppo e all'innovazione. Per evitare che in questo processo di globalizzazione si innestino leve speculative senza controllo, occorre uno sforzo da parte di chi fa impresa per creare un'authority globale che possa impedire fenomeni incontrollati di degenerazione».
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- Nel suo intervento, Federica Guidi, presidente dei Giovani Imprenditori di Confìndustria, ha espresso la convinzione che l'imprenditoria italiana, meno sbilanciata sugli aspetti finanziari di altre economie occidentali e più ancorata all'economia reale, saprà trarsi d'impaccio dalla crisi.
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- Concludendo il dibattito, al quale hanno partecipato Antonio Cesarano (MPS Capital Services), Sandro Merino (UBS Research Europe), Thomas Stolper (Goldman Sachs), Paolo Guida (Intesa San Paolo) e Carlo Altomonte (Università Bocconi), il presidente della Confitarma, Nicola Coccia, ha sottolineato che dal convegno è scaturito un cauto ottimismo, nonostante le previsioni negative. Spostando l'attenzione sullo shipping, Coccia ha rilevato che stiamo attraversando un momento particolarissimo caratterizzato per quanto riguarda i rapporti con il mondo bancario: armatori e finanza devono continuare nella strada intrapresa dato che gli uni e gli altri sono indispensabili per portare avanti il rinnovo della flotta mercantile italiana. Del resto - ha osservato - l'industria armatoriale non ha fatto speculazioni ma ha creduto nel proprio business e non intende chiudere le porte alla finanza ma portare avanti il rapporto con serenità e convinzione.
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- «La preoccupazione che ci avvolgeva all'inizio dei lavori - ha confermato Giuseppe Mauro Rizzo - si è via via diradata lasciando il posto ad un cauto ottimismo. L'impresa è al centro dell'economia e un ruolo decisivo nel settore dello shipping viene svolto dalle imprese familiari, ove la catena decisionale si accorcia ed il controllo è serrato. Il credit crunch è un problema nato nel sistema bancario ed è questo stesso settore che deve risolverlo, visto che la liquidità c'è. Condivido con Federica Guidi l'importanza della tradizione familiare come guida stabile per l'economia reale del nostro Paese».
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