- Intervenendo al convegno-dibattito su “Portualità Turistica - presupposto di una rete di sviluppo per il Paese”, promosso da Ucuba e tenutosi stamani nell'ambito del 48° Salone Nautico Internazionale di Genova, il presidente di Assomarinas (Associazione Italiana Porti Turistici), Roberto Perocchio, ribadito che il nuovo corso della portualità turistica nazionale passa attraverso la programmazione e l'azione degli enti locali che peraltro dovranno assumersi l'onere di accogliere tempestivamente le già numerosissime proposte progettuali degli imprenditori privati per la realizzazione di nuove strutture per il diporto nautico e per il recupero di vaste aree portuali-commerciali, oggi di competenza degli enti locali, in stato di abbandono.
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- Ricordando il complesso iter che ha portato all'attribuzione della competenza al rilascio dell'atto concessorio per la gestione dei porti turistici in capo agli enti locali, sottraendola in tal modo allo Stato, Perocchio ha sottolineato che «ipotizzare la possibilità di una legislazione nazionale su questa materia appare improponibile e scarsamente raccomandabile laddove potenziali nuovi conflitti di attribuzione tra Stato, Regioni ed enti locali rischierebbero di paralizzare nuovamente la gestazione di nuove proposte progettuali e di nuove iniziative imprenditoriali». «È quindi necessario - ha rilevato - ripartire dal presupposto che gli enti regionali possano e debbano regolamentare il settore della portualità turistica sulla base delle nuove competenze così come già avvenuto, peraltro con buoni risultati, nel settore dell'industria alberghiera, delle strutture ricettive all'aria aperta (villaggi turistici e campeggi) e nel settore degli stabilimenti balneari. Riteniamo invece che spetti allo Stato intervenire utilmente ed oculatamente nel settore fiscale, in considerazione del fatto che è assolutamente necessario rimediare agli errori di impostazione nella quantificazione dei canoni demaniali per le strutture destinate alla nautica da diporto contenuti nella legge 296 del 2006 (Finanziaria 2007), riconducendo invece i relativi parametri ai livelli precedentemente adottati dal decreto ministeriale 343 del '98 con l'esplicito intento di favorire la crescita degli investimenti privati nel settore».
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