- «Il cabotaggio stradale, cioè la possibilità concessa ad un vettore comunitario di effettuare servizi di autotrasporto aventi origine e destinazione in un Paese membro, con la sola licenza comunitaria, ha provocato danni non solo sui bilanci dei vettori italiani, ma anche sul livello complessivo della sicurezza stradale». Lo ha sottolineato il segretario generale di Trasportounito Fiap, Maurizio Longo, evidenziando sia la crescita dell'incidenza dei mezzi pesanti negli incidenti stradali con conseguenze mortali che l'incremento record della presenza di camion con targa estera sul territorio nazionale.
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- Secondo le ultime statistiche elaborate da Trasportounito anche sulla base di rilevazioni della Polizia stradale, i veicoli industriali esteri risultano essere “coinvolti” nel 16% degli incidenti gravi in cui sono interessati veicoli pesanti. «Una crescita impressionante - ha rilevato Longo - se si considera che nel 2004 questo coinvolgimento era pari al 6%». Trasportounito, che presenterà sabato prossimo a Genova il suo gruppo dirigente ad un'assemblea di autotrasportatori alla quale presenzierà anche il presidente dell'Autorità Portuale locale, Luigi Merlo, prevista a partire dalle ore 9.30 allo Starhotel di Genova, sta raccogliendo da settimane i dati a supporto di una proposta di congelamento del cabotaggio stradale.
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- Trasportounito ha sottolineato come anche il dato più recente sui controlli, relativo ai controlli svolti dalla Polizia Stradale nei primi otto mesi del 2008, abbia evidenziato che il 19% dei Tir con targa extracomunitaria in circolazione sulla rete italiana era fuori regola con gravi carenze sui mezzi, ma anche sulla professionalità dei conducenti.
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- Secondo il sindacato, però, il peggio deve ancora venire e per far fronte al peggio Trasportounito ha deciso di condurre una vera e propria campagna di sensibilizzazione anche politica. Dal 1° maggio 2009 - ha ricordato l'organizzazione dell'autotrasporto - le imprese di autotrasporto di altri sette Paesi dell'UE allargata (Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Ungheria) potranno liberamente circolare sul nostro territorio. A questi Paesi si aggiungeranno dal 1° gennaio 2010 anche la Romania e la Bulgaria. «In tale contesto - ha osservato Longo - l'Unione Europea non è riuscita ad imprimere un sistema regolatorio capace di consentire una leale concorrenza: le norme di salvaguardia non sono mai state perfezionate, il periodo di permanenza di un Tir in altro Stato non garantisce uniformità; non esiste armonizzazione sui costi di produzione dei servizi, sulla fiscalità e sulle regole interne a ciascun Paese. Per altro proprio questa assenza di norme uniformi è destinata anche a vanificare gli effetti del recente intervento del governo italiano sulle tariffe minime e sulla regolazione del mercato».
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- «Considerata altresì l'assenza di una strategia dei controlli nel nostro Paese - ha concluso Longo - è evidente la necessità di intervenire nei confronti dell'Unione Europea per frenare l'eccesso di libertà per il cabotaggio stradale che è destinata a sacrificare, non solo le imprese italiane di autotrasporto, ma anche la sicurezza sulle nostre strade».
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- Intanto Assosegnaletica, l'associazione dei produttori di segnali stradali aderente ad ANIMA (Confindustria), ha chiesto l'adozione immediata di azioni concrete per rendere le strade più sicure avviando subito un processo di risanamento della segnaletica. L'appello sarà rilanciato il prossimo 4 novembre in occasione di una tavola rotonda in programma alla Camera dei Deputati, presso la Sala delle Colonne di Palazzo Marini.
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- L'associazione ha sottolineato come lo stato della segnaletica abbia raggiunto livelli di criticità intollerabili: «in Italia - ha spiegato Assosegnaletica - il 45% della segnaletica stradale è obsoleta o non conforme alle norme. Purtroppo non si fa che parlare di incidentalità e mai di cause e concause (segnaletica inadeguata)». «Occorre, invece - ha precisato il presidente dell'associazione, Paolo Cattorini - considerare il segnale come elemento indispensabile per la sicurezza stradale focalizzando l'attenzione su proposte di soluzioni».
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- Fondamentale per Assosegnaletica è riprodurre le best practices europee in Italia, l'elaborazione di un codice della strada con un sistema sanzionatorio efficace e l'inserimento in Finanziaria di risorse per le strade ad alto rischio. L'associazione indica anche altre priorità: destinare una quota delle multe alla sostituzione dei cartelli, predisporre una segnaletica ad hoc per l'utenza debole e rimuovere quella obsoleta e superflua.
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