- Il Museo Nazionale dell'Emigrazione Italiana, che verrà aperto domani al pubblico a Roma presso il Complesso del Vittoriano, celebrerà anche il contributo dato dai marinai che accompagnavano i migranti nel doloroso viaggio verso mete straniere. L'Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo (Ipsema) partecipa infatti come prestatore alla iniziativa attraverso l'esposizione di documenti storici: «l'istituto - ha spiegato il presidente dell'Ipsema, Antonio Parlato - ha voluto essere presente e desidero ringraziare il sottosegretario Mantica per l'opportunità concessa all'Ipsema, perché accanto alla sofferenza e al disagio degli emigranti si deve tener presente anche quella dei marinai. Marinai che accompagnavano anche a costo della vita il triste viaggio degli emigranti. Negli anni in questione abbiamo notizia di una ventina di naufragi che hanno causato la morte di almeno duemila marinai».
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- «A ben guardare - ha osservato Parlato - nelle migliaia di pagine dedicate al fenomeno migratorio, i tratti del marinaio, di colui che materialmente consentiva a tanti sventurati il passaggio dal Vecchio al Nuovo Continente e che con essi condivideva le dure condizioni di viaggio, appaiono eccessivamente sfumati, incorporei. Eppure lavoravano, senza alcuna tutela legale, da sedici a diciotto ore giornaliere e le navi su cui erano imbarcati non erano certo l'archetipo della sicurezza e del comfort, erano quasi una galera. A bordo regnavano la discordia, il timore, l'odio, la camorra sui viveri. Erano tutti schiavi e si combattevano a vicenda, ma per tutti il comune dolore, per tutti il comune servaggio e al termine dei lunghissimi quanto inumani viaggi attraverso l'oceano, i marinai portavano a casa appena quanto occorreva per tirare a campare sino all'imbarco successivo. Sempre se si portava a casa, la vita e non la si perdeva insieme agli emigranti nei naufragi di imbarcazioni fatte partire in condizioni precarie da armatori senza scrupoli, i quali si servivano per lo più di navi ormai in fase di disarmo e soltanto adattate alla navigazione transoceanica».
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