- Prima ancora dell'esito finale della gara indetta dall'Autorità Portuale di Genova per l'assegnazione dell'area terminalistica Multipurpose divampa la polemica. Sono due le cordate in lizza per la gestione del terminal: una costituita dai gruppi Messina e Gavio e l'altra dai gruppi Grendi, Spinelli e Pastorino. La commissione incaricata di esaminare le proposte ha assegnato al piano presentato dalla prima cordata un punteggio maggiore.
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- In vista di possibili ricorsi, peraltro già annunciati, da parte della seconda cordata e in attesa del pronunciamento sulla gara da parte del Comitato Portuale, il gruppo armatoriale Ignazio Messina & C. e la Terminal San Giorgio, società terminalista genovese che è controllata del gruppo Gavio, hanno difeso l'esito a loro favore della valutazione della commissione d'esame: «senza considerare i 25 punti assegnati alla nostra Associazione Temporanea d'Imprese per il riempimento dello specchio acqueo tra i moli Canepa e Libia - hanno spiegato oggi le due aziende - la valutazione della commissione d'esame è stata di 94,51 punti a favore della nostra ATI contro i 90.58 punti dell'ATI concorrente, con il risultato che siamo comunque vincitori rispetto ai nostri concorrenti con una differenza di 3,93 punti a nostro favore. Se a ciò aggiungiamo i 25 punti per l'impegno assunto a realizzare il sopra menzionato riempimento, il risultato finale a nostro favore passa a 119,51 punti contro i 90,58 punti dei nostri concorrenti con uno scarto di 28,93 punti a nostro favore, consolidando quindi la nostra vittoria ma senza cambiare il soggetto vincitore».
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- «L'unico parametro in cui l'ATI concorrente ha ottenuto un miglior risultato (29,19 punti) rispetto al nostro (25.96) - hanno proseguito Messina e Terminal San Giorgio - è quello relativo a “tipologie e volumi di traffico”»; inoltre «la nostra offerta, oltre che per il sopra menzionato riempimento, è stata giudicata migliore a quella concorrente per tutti gli altri tre rimanenti parametri: “entità, tipologia, capacità produttiva, descrizione/documentazione tecnica e tempistica degli investimenti e delle dotazioni di beni, impianti e strumenti operativi”: 23,55 punti contro i 22,65 punti dell'ATI concorrente (+ 0,9 punti); “entità dell'organico da impiegare, iniziative per formazione e sicurezza del personale”: 20 punti (massimo punteggio previsto) contro i 16,6 punti dell'ATI concorrente (+ 3,4 punti); “ripartizione modale strada/ferrovia dei traffici generati e degli inoltri” per 25 punti (massimo punteggio previsto) contro i 22,14 punti dell'ATI concorrente (+ 2,86 punti)».
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- Messina e Terminal San Giorgio hanno sottolineato anche la regolarità dell'ammissione della loro proposta: «è vero - hanno precisato - che la nostra offerta è stata inizialmente ammessa con riserva, ma è altrettanto vero che la riserva è stata sciolta prima dell'esame dei piani d'impresa e dei programmi di investimento, accogliendo regolarmente la nostra istanza senza ulteriori condizioni e/o riserve».
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- Respingendo come «totalmente infondata» una presunta rottura tra i gruppi Gavio e Messina, le due società hanno concluso affermando di non voler commentare «alcune affermazioni dei signori Musso (gruppo Grendi, ndr) in merito ai maggiori volumi di traffico della loro ATI - 100.000 teus in più rispetto ai nostri - visto che tali elementi sono ancora segreti e che ad oggi non è possibile chiedere accesso agli atti della procedura» e smentendo recisamente, invece, «le supposte voci che “di fatto era anche una gara “tailor-made, fatta a misura di chi già si trovava sull'area del terminal” e che l'Autorità Portuale l'abbia confezionata affinché tutti i soggetti ancora oggi presenti sulle aree messe in gara - e quindi anche noi - trovassero un accordo che soddisfacesse tutti: abbiamo sempre dichiarato a tutti - hanno ricordato - che non eravamo più certo disponibili a dover condividere un altro “spezzatino” come ai tempi dell'ex presidente Novi. Siamo consapevoli del fatto che la gara possa essere condizionata “dall'esito delle vicende giudiziarie relative/connesse al compendio cosiddetto Multipurpose” e che ciò possa aver scoraggiato alcuni possibili pretendenti. È altresì chiaro che, qualora si volesse tornare per le sopra indicate vicende alla situazione del 2004, Grendi non avrebbe alcun diritto da far valere sulle aree oggetto di gara, così come confermato chiaramente da una sentenza del Consiglio di Stato».
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