- Nella rubrica “Forum dello shipping e della logistica” troverete la relazione del presidente dell'Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori di Genova, Roberta Oliaro, con la quale Spediporto fa il punto sulla situazione del mercato dei trasporti e della logistica. Qui, invece, potrete leggere alcune nostre considerazioni su tale analisi e sugli interventi seguiti alla presentazione della relazione avvenuta stamani a Palazzo San Giorgio, sede dell'Autorità Portuale di Genova, in occasione dell'assemblea di Spediporto.
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- Di solito si giunge a dire “si stava meglio quando si stava peggio” solamente quando le proprie prospettive appaiono per nulla incoraggianti, quando pensiamo che il futuro sarà peggiore del presente a meno che non si faccia qualcosa, tranne quello che si è fatto recentemente perché, evidentemente, se siamo al punto in cui siamo è perché le scelte recenti erano sbagliate, perché imputiamo il motivo per cui oggi la situazione è così difficile a ciò che si è deciso ieri.
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- E oggi per gli spedizionieri e le aziende del trasporto la situazione è molto difficile: «drammatico - conferma Roberta Oliaro - il consuntivo di fine anno per le nostre aziende, che hanno visto ridursi il proprio volume d'affari di circa il 23% per il settore dell'export e del 27% per quello dell'import».
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- Lo scenario è tragico e il futuro è angoscioso. Quindi ci appigliamo ai tempi andati, che la memoria presenta migliori. Così, forse, si spiega la nostalgia di Spediporto per il sistema delle conference armatoriali, in relazione - spiega Roberta Oliaro - alla funzione di equilibrio che nel passato garantiva al trasporto di linea.
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- Anni luce di distanza separano questo sentimento dall'ardore con il quale negli ultimi anni l'European Shippers' Council ha celebrato la battaglia europea per lo smantellamento delle conference. Assai meno lontano appare invece tale sentimento da quello della CLECAT, l'associazione europea degli spedizionieri a cui la stessa Spediporto fa capo attraverso la federazione nazionale Fedespedi, che riconosce la funzione di bilanciamento del mercato operata dalle alleanze armatoriali.
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- La situazione in cui versa oggi il trasporto marittimo di linea è quella prevista dodici anni fa da Gianni Cuttica, allora presidente di Spediporto, che anticipava la «guerra dei noli», i «grandi dissesti» e il «generale impoverimento» a cui ora stiamo assistendo (inforMARE del 23 aprile 1998).
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- Sia Roberta Oliaro che Piero Lazzeri, presidente di Fedespedi e past president di Spediporto, ammettono che non ci sono le condizioni per tornare al sistema delle conference. La prima, riconoscendo che «oggi in materia esistono regole che vanno rispettate», comunque auspica che il legislatore internazionale salvaguardi l'industria logistica affinché non rimanga schiacciata «tra le istanze del mondo della produzione e quelle del mercato del consumo». Il secondo, pur evidenziando che la funzione di regolazione operata dalle conference «faceva bene al servizio», conferma che «non ci sono le condizioni affinché nascano accordi».
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- Sembra una recita del de profundis del liberismo, per quanto circoscritto all'industria dello shipping, che anche noi, per certi versi, intoniamo. Roberta Oliaro plaude alla proposta di Global Maritime Community recentemente ripresa da Nicola Coccia. Così il presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo, elogia la proposta di “aggregazione” quale idea di “port business” avanzata da Spediporto, a meno che - precisa - la port community sia intesa quale modo «per evitare di misurarsi in un sistema competitivo».
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- In una comunità - verrebbe da dire in un sistema sociale - si proteggono i deboli e si esalta la forza del gruppo. In questo momento prevale l'istinto di sopravvivenza che porta a cercare nel gruppo un riparo da una tempesta che rischia di travolgere tutti. «Dobbiamo essere capaci ed impegnarci - spiega Roberta Oliaro - al fine di mostrare all'evidenza pubblica un fatto: l'elemento efficienza all'interno della filiera logistica costituisce un elemento strategico e competitivo non solo per il settore imprenditoriale italiano ma per l'intera economia del nostro Paese».
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- Concordiamo: il comparto della logistica è essenziale per la competitività della nazione. Dissentiamo totalmente, invece, da coloro che pongono la logistica alla base del sistema economico nazionale. Tra questi il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Bartolomeo Giachino, che non perde occasione, oggi come ieri (inforMARE del 23 febbraio 2010), di esaltare il salvifico ruolo della logistica: «l'unica chance, oltre al turismo - ha dichiarato nuovamente - è quella della logistica». «Il manifatturiero - ha aggiunto - sceglierà i Paesi dell'Est per il minore costo del lavoro».
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- Fino a qualche anno fa si esaltava il Made in Italy. Oggi, consci che produrre in Italia è un suicidio, è morto anche questo slogan. Noi auspichiamo che non si intenda rimpiazzare il Made in Italy con il Moved by Italy, che si voglia sostituire un settore secondario con uno terziario. È impensabile affidare alla logistica il ruolo proprio dell'industria. Senza industria non c'è logistica.
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- Se non siamo capaci di mettere in piedi un programma industriale nazionale non possiamo demandare alla logistica un compito che non può svolgere, quello di produrre da sola il benessere economico della comunità nazionale. Prospettarlo è fomentare illusioni. Crederci è folle.
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Bruno Bellio
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