- Oggi, in occasione del convegno sul tema “Verso il cuore d'Europa. Il nuovo sistema logistico Alto Tirreno” svoltosi stamani alla Villa Marigola di Lerici (La Spezia), Francesco Nerli, presidente dell'Associazione Porti Italiani (Assoporti) a cui aderiscono le Autorità Portuali nazionali, ha espresso alcune considerazioni su due “temi caldi” della portualità italiana, cioè il futuro degli scali nazionali di transhipment e il ruolo degli istituti bancari e delle Ferrovie dello Stato (FS) nello sviluppo dei sistemi portuali e logistici.
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- Quella sul transhipment appare una replica alle questioni sollevate recentemente dal presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo, circa le possibilità di sviluppo dei porti italiani di trasbordo alla luce della crescente concorrenza portata dai porti nordafricani (inforMARE del 25, 26 e 27 gennaio 2010). La risposta di Nerli è secca: «basta - ha dichiarato - con il provincialismo che pensa di risolvere i problemi con soluzioni di facciata del tipo di quella che attribuisce ai pochi etti di merce che potranno arrivare dall'hub di Tangeri la capacità di rilanciare i porti liguri». Inoltre, secondo il presidente di Assoporti - bisogna dire basta a «chi pensa che delocalizzare la produzione delle merci in Nord Africa ci faccia guadagnare un po' di merci in Italia».
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- Parlando della governance dello sviluppo del sistema portuale e logistico e riferendosi in particolare al progetto presentato da Unicredit per la realizzazione di una piattaforma portuale e logistica incentrata sugli scali di Trieste e Monfalcone, Nerli ha rilevato che, «fermo restando che è importantissimo il ruolo che le banche e le fondazioni possono svolgere per la realizzazione di nuove infrastrutture, Unicredit non si può sedere al tavolo per decidere come si fa una Autorità Portuale». Secondo Nerli, è necessario «rilanciare con forza la cabina di regia nell'ambito della conferenza Stato-Regioni sulle opere da fare subito e su quelle in cui, senza fini clientelari, soggetti privati fra cui le banche e le fondazioni possono trovare convenienza ad investire».
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- Nerli ha manifestato anche «pieno accordo sulla necessità di coordinamento delle Autorità Portuali in una cabina di regia per le opere sul corridoio logistico». «Ma - ha precisato - non spetta a FS decidere quali opere vanno fatte. Se si fanno solo le opere immediatamente remunerative, l'alta velocità non si sarebbe mai fatta. Le decisioni territoriali e infrastrutturali - ha concluso - spettano allo Stato».
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