- Nonostante il 2009 sia stato un anno tra i più difficili dell'epoca moderna per lo shipping, il settore «ha dimostrato di avere una straordinaria solidità, che gli ha permesso di superare una congiuntura così negativa limitando al minimo le perdite». Lo ha detto il presidente di Federagenti, Filippo Gallo, in occasione della 61ª assemblea annuale della federazione delle agenzie marittime italiane svoltasi venerdì scorso a Lecce.
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- Nella sua relazione, che pubblichiamo nella rubrica “Forum dello Shipping e della Logistica”, Gallo ha evidenziato come il difficile scenario economico internazionale possa tuttavia offrire discrete opportunità al sistema produttivo nazionale, a patto - ha spiegato - che venga dotato di «un efficiente sistema logistico, essenziale per il successo di un Paese trasformatore». Secondo Gallo, «il punto di partenza necessario è quello della riforma della legge portuale del 1994»; «purtroppo - ha rilevato - dopo una gestazione durata alcuni anni, la riforma si è arenata sul tema di fondo di una relativa autonomia finanziaria delle Autorità Portuali. Il disegno di legge proposto dal governo è del tutto carente proprio nella norma chiave, quella dell'autonomia finanziaria, promessa a più riprese sia dalla maggioranza che dall'opposizione e ancora una volta negata».
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- Anche in considerazione del probabile taglio di molti investimenti infrastrutturali che dovrà essere attuato nell'ambito della manovra da circa 25 miliardi di euro nell'arco dei prossimi due anni varata dal governo italiano, Gallo ha proposto di «porre il tema dell'autonomia finanziaria dei porti in termini diversi, ritornando al punto di partenza, quello delle linee guida fissate alcuni anni fa dall'Unione Europea». «Il percorso più trasparente - ha precisato - deve essere quello del “pay per use”, con il conseguente abbattimento dei costi collaterali che determinano la scelta di altri porti europei da parte della merce: un sistema semplice, basato su una forma giuridica più moderna delle Autorità Portuali, che comporterebbe di conseguenza il federalismo fiscale più oggettivo consentendo ai porti che sapranno sviluppare maggiori traffici di incassare di più di investire di più ed attrarre investimenti privati dai grandi gruppi sia italiani che internazionali».
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- Gallo ha sottolineato anche la necessità di «superare la frammentazione attuale con la costituzione di un unico sistema logistico che faccia perno sulla collaborazione, o ancora meglio sulla fusione, dei porti principali, questo significa che ogni scalo dovrà far parte di una rete, anche con i terminal interni, per il flusso delle tipologie di merce in cui è specializzato».
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- Anche il presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), Paolo d'Amico, intervenendo all'assemblea di Federagenti, ha rilevato come «la crisi economica internazionale e l'esigenza di contenere il debito pubblico entro i parametri di Maastrich, stiano fortemente condizionando le scelte del governo in tema di sviluppo infrastrutturale della portualità». «Ne è una evidente dimostrazione - ha aggiunto - l'ultimo disegno di legge governativo in materia di riforma della legge n. 84/1994, dove a differenza di quanto era sancito nell'analogo disegno di legge all'esame dell'VIII Commissione del Senato, non viene più prevista alcuna forma di autonomia finanziaria a favore delle Autorità Portuali». Secondo d'Amico, «l'obiettivo deve essere quindi l'integrazione dei porti nella catena logistica e la loro specializzazione all'interno di un quadro di programmazione delle infrastrutture, superando la carenza infrastrutturale sempre più avvertita nei collegamenti tra il porto e la rete ferroviaria e stradale dell'hinterland retro portuale e con i corridoi multimodali».
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- Il presidente di Confitarma ha manifestato vivo apprezzamento sia per la categoria degli agenti marittimi che, in questo difficile momento, hanno proposto di congelare le proprie tariffe professionali per tutto il biennio 2009-2010, sia per il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che recentemente ha emanato una circolare con la quale sono stati posti dei tetti agli incrementi tariffari del servizio di rimorchio portuale da valere nel biennio 2010-2011. «Queste misure - ha concluso - sono da considerare un contributo responsabile nella comune sfida per il mantenimento ed il rafforzamento della competitività del sistema marittimo portuale nel suo complesso».
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