- Di recente l'azienda armatoriale Ignazio Messina & C. si è aggiudicata la gara per l'assegnazione dell'area terminalistica Multipurpose del porto di Genova a cui ha partecipato in cordata con la Terminal San Giorgio del gruppo Gavio. Tale vittoria è stata ratificata appena lunedì scorso dal Comitato Portuale (inforMARE dell'1 giugno 2010), ma attualmente il gruppo Messina è costretto a guardare al passato anziché al futuro.
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- A dire il vero Ignazio Messina, l'amministratore delegato della compagnia armatoriale genovese, qualche ipotesi sul futuro, che si prefigura promettente, sarebbe tentato di farla. Tuttavia, per correttezza, in questi giorni evita di parlare delle prospettive offerte dall'acquisizione del Multipurpose, che è costituito dal compendio compreso tra Ponte Canepa e Calata Tripoli e che è limitrofo al terminal che il gruppo Messina opera al Ponte Nino Ronco. Per illustrare le possibilità di sviluppo offerte dalla nuova area terminalistica preferisce attendere un'eventuale altra occasione, che vedrà la società genovese a fianco del gruppo Gavio.
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- L'unico cenno sul Multipurpose strappato a Ignazio Messina dai giornalisti convocati oggi nella sede dell'azienda armatoriale riguarda le possibili date - assolutamente ipotetiche, ha precisato - di avvio dell'attività nell'area, cioè il 2015 a conclusione del primo dei riempimenti degli specchi acquei in programma e il 2020 quale anno in cui il terminal potrebbe diventare pienamente operativo.
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- L'appuntamento con la stampa, infatti, era stato programmato per discutere di altro, per tornare a parlare di un passato che tuttavia non è ancora alle spalle: le vicende legali, anche queste incentrate sul Multipurpose, che contrappongono il gruppo Messina all'ex presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Giovanni Novi.
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- La prossima settimana prenderà avvio il processo sul caso giudiziario. Ignazio Messina ha precisato che la sua società aveva intenzione di non rilasciare alcuna dichiarazione pubblica sulla vicenda, lasciando il compito di risolvere la questione ai giudici. Tuttavia, ritenendo «non vere e denigratorie» nei confronti della società alcune dichiarazioni apparse sulla stampa, ha deciso di interrompere il silenzio e di presentare una serie di documenti, in massima parte atti ufficiali dell'Autorità Portuale di Genova e dell'autorità giudiziaria, «per riportare - ha spiegato - la verità su alcune vicende inerenti la spartizione del Multipurpose del 1° aprile 2004» (inforMARE del 15 aprile 2004).
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- L'iniziativa della Messina è tesa principalmente a confutare la tesi di Novi su «chi “portò” la Procura in porto» e quindi per ribadire che «l'indagine sul Multipurpose non è nata su denuncia della Messina né di Ignazio Messina in persona».
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- Non è però su una contrapposizione mediatica che Ignazio Messina fa affidamento per superare la vicenda una volta per tutte, ma piuttosto su un memoriale che - ha annunciato - presenterà ai magistrati.
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- È probabile, quindi, che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi le pagine di cronaca dei giornali daranno conto dell'evolversi della vicenda. Gli operatori portuali si chiedono se gli accertamenti giudiziari avranno ripercussioni sull'operatività dello scalo. Intenzione dell'Autorità Portuale di Genova, manifestata con l'effettuazione della gara, è far sì che l'attività al Multipurpose possa procedere e svilupparsi secondo principi di trasparenza. Volontà della Ignazio Messina & C. è far sì che il Multipurpose possa da subito lavorare senza condizionamenti. L'amministratore delegato della società ha infatti reso noto di aver respinto, in mancanza di precise indicazioni di rispetto delle norme, una richiesta di rinvio dell'assegnazione del Multipurpose avanzata dai gruppi Spinelli e Grendi, che hanno perso la gara, e intesa ad attendere l'esito del processo.
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B.B.
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