- Nei giorni scorsi a El Salvador è stata inaugurata la prima fase del nuovo porto de La Unión che è stata realizzata con un investimento di 185,2 milioni di dollari, di cui 84,2 milioni di fondi della salvadoregna Comisión Ejecutiva Portuaria Autónoma (CEPA) e 101,0 milioni finanziati dalla Japan Bank for International Cooperation (JBIC), a cui si aggiungono altri 7,5 milioni di dollari investiti dalla CEPA per l'acquisizione di gru per la movimentazione dei container. Inoltre la CEPA sta definendo il bando per una gara internazionale per comprare due gru di banchina post-Panamax in grado di operare su navi della capacità di 8.000 teu.
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- Il nuovo porto de La Unión, che è situato a 185 chilometri dalla capitale San Salvador, è specializzato nel traffico dei container, ma può movimentare altre tipologie di carico. La prima fase del progetto ha comportato la costruzione di banchine per 820 metri lineari ed aree per 50,7 ettari in grado di movimentare complessivamente 620mila teu all'anno. Le infrastrutture includono un container terminal di circa 19 ettari con una banchina di 360 metri lineari e pescaggio di -15 metri in grado di movimentare 385mila teu all'anno, un terminal multipurpose di 12 ettari con una banchina di 220 metri lineari (pescaggio -14 metri) e con capacità di traffico container pari a 235mila teu all'anno e un terminal ro-ro di circa quattro ettari con una banchina di 240 metri lineari (pescaggio -9,5 metri). Il progetto prevede la realizzazione di altre due fasi su un'area complessiva di ulteriori 58 ettari.
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- Inaugurando il porto il presidente della Repubblica di El Salvador, Mauricio Funes, ha sottolineato come il nuovo scalo costituisca la più importante opera infrastrutturale della storia recente del Paese. Nel suo intervento Funes ha ricordato il dibattito in corso sul modello di gestione dei porti nazionali che contrappone coloro che criticano l'attuale gestione della società pubblica CEPA, che dipende dal ministero delle Opere pubbliche, e che chiedono l'ingresso dei privati nei porti e coloro che si oppongono al rilascio di qualsiasi tipo di concessione. Funes ha ricordato che la presidenza della Repubblica ha in preparazione una legge sulle concessioni nei porti che - ha spiegato - «apre la possibilità a partenariati pubblico-privato o ad altri modelli di gestione, in modo equo e trasparente. Tuttavia - ha precisato - la sua definizione non vuol dire che le infrastrutture debbano essere assegnate immediatamente in concessione. Semplicemente apre la porta alla ricerca del modello di gestione più vantaggioso per il Paese».
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- Il presidente salvadoregno ha evidenziato che, come tutti i porti che iniziano ad operare, in una prima fase l'attività dello scalo di La Unión non sarà rimunerativa. Nel primo semestre d'esercizio è previsto un traffico dei container pari a 25.000 teu, cifra che raddoppierà nel secondo semestre d'attività per arrivare entro tre anni - secondo le stime della CEPA - ad un traffico di circa 300mila teu. «Per dare un'idea del significato di questa cifra - ha rilevato Funes - basta dire che attualmente entrano a El Salvador 300mila container all'anno, la metà attraverso il porto di Acajutla e l'altra metà via terra provenienti da altri porti come Quetzal e Santo Tomás de Castilla in Guatemala e Puerto Cortés in Honduras». «Dovremo aspettare cinque anni - ha aggiunto - affinché il porto de La Unión movimenti circa un milione di container, tre volte quelli che ora entrano complessivamente nel Paese via mare o via terra. E se tutto andrà secondo le previsioni, per allora non resterà altro che annunciare la costruzione della seconda fase, cioè l'ampliamento della struttura attuale di questo porto».
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