- Il gruppo crocieristico statunitense Royal Caribbean Cruises ha chiuso il secondo trimestre di quest'anno con un utile netto di 60,5 milioni di dollari su ricavi per 1.601,7 milioni di dollari rispetto ad una perdita netta di 35,1 milioni di dollari su ricavi per 1.349,0 milioni di dollari nel corrispondente periodo del 2009. Il risultato operativo è ammontato a 143,7 milioni di dollari, in crescita del 160,9% rispetto a 55,1 milioni di dollari totalizzati nel periodo aprile-giugno dello scorso anno.
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- Nel primo semestre del 2010 il gruppo americano ha registrato un utile netto di 148,0 milioni di dollari su ricavi per 3.087,3 milioni di dollari rispetto ad una perdita netta di 71,3 milioni di dollari su ricavi per 2.674,6 milioni di dollari nei primi sei mesi dello scorso anno. Il risultato operativo si è attestato a 235,4 milioni di dollari, con un aumento del 137,1% rispetto a 99,3 milioni di dollari nella prima metà del 2009.
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- Nei primi sei mesi di quest'anno le navi della flotta del gruppo americano hanno ospitato complessivamente 2.230.514 passeggeri, con un incremento del 16,7% sulla prima metà del 2009. Nel periodo aprile-giugno del 2010 la flotta ha ospitato 1.112.984 passeggeri, con una crescita del 18,7% sul secondo trimestre dello scorso anno.
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- Commentando oggi tali risultati il presidente e amministratore delegato di Royal Caribbean Cruises, Richard D. Fain, ha evidenziato il divario tra le performance di quest'anno e quelle di solo un anno fa. «Che differenza da un anno all'altro», ha sottolineato. «È gratificante - ha aggiunto Fain - registrare un altro trimestre positivo con un miglioramento dei risultati e un accentuato controllo dei costi. Nonostante il perdurare dell'incertezza dell'economia, la nostra profittabilità continua a crescere e complessivamente il livello delle nostre prenotazioni continua ad essere straordinariamente stabile».
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- «La domanda relativa alle nostre crociere - ha rilevato il vicepresidente e direttore amministrativo del gruppo, Brian J. Rice - rimane sulla linea delle nostre proiezioni precedenti. Il rafforzamento del dollaro statunitense determinerà evidentemente una riduzione dei nostri volumi d'affari, ma nel contempo determinerà una corrispondente riduzione dei costi».
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