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Masucci (Federazione del Mare): porti ed economia del mare al centro della discussione sul nuovo Piano Generale della Logistica
Il cluster marittimo chiede autonomia finanziaria, procedure più snelle per i dragaggi, velocità e tempi certi per la realizzazione delle opere
29 luglio 2010
Umberto Masucci, past president di Federagenti e vicepresidente della Federazione del Mare, ha espresso apprezzamento per il fatto che la riunione di ieri a Roma della Consulta Nazionale per l'Autotrasporto e la Logistica per avviare i lavori del nuovo Piano Generale della Logistica abbia affrontato il tema dei porti e dell'economia del mare. «Ringrazio il sottosegretario Giachino e sono felice - ha spiegato Masucci - che gran parte della discussione di oggi abbia riguardato i porti e l'economia del mare: il cluster marittimo vale infatti in Italia 40 miliardi di euro, più dell'agricoltura o della produzione di autoveicoli, e merita una grande attenzione dei decisori».
«Come ho già avuto modo di dire al recente Forum Euromediterraneo di Milano - ha proseguito Masucci - oggi le scelte in merito a logistica e porti devono tener conto dello scenario di un mercato ormai globalizzato e di finanze pubbliche più attente. Il cluster marittimo chiede quindi, ancora una volta, autonomia finanziaria, procedure più snelle per i dragaggi, velocità e tempi certi per la realizzazione delle opere. Ritengo, infine, che il nuovo piano della Logistica debba essere concepito in una logica fortemente mediterranea: secondo le ultime stime ONU infatti nel 2050 gli abitanti del continente africano saranno circa due miliardi ed il Mediterraneo costituisce per l'Italia la porta d'ingresso per questo importante mercato».
In occasione della riunione della Consulta Nazionale per l'Autotrasporto e la Logistica la Federazione del Mare ha sottolineato come, essendo l'Italia al primo posto nell'import marittimo dell'Unione Europea con una quota che nel 2009 (anno di crisi) è stata pari all'11,3% del totale generale e al 16% di quello effettuato via mare, il ruolo dei trasporti marittimi sia strategico: tanto più che risulta vitale per un'industria manifatturiera di trasformazione come quella dell'Italia, paese poverissimo di materie prime. Secondo la Federazione del Mare, per una attenta programmazione dei trasporti è però necessaria una tempestività nella raccolta e pubblicazione di dati statistici che finora non c'è stata.
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