Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
18:00 GMT+1
I sindacati, non rassicurati dalle dichiarazioni del ministro Matteoli, temono lo smembramento della Tirrenia
Chiesto l'immediato avvio di un confronto, altrimenti sarà inevitabile lo sciopero
13 agosto 2010
Evidentemente non soddisfatti delle rassicurazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, che ieri ha garantito che il governo e l'amministratore straordinario della Tirrenia non intendono fare uno “spezzatino” della compagnia di navigazione (inforMARE del 13 agosto 2010), i sindacati hanno evidenziato nuovamente l'esito fallimentare della procedura di privatizzazione di Tirrenia, conclusasi con un nulla di fatto (inforMARE del 5 agosto 2010), e hanno ribadito il loro convinto “no” all'ipotesi di smembramento della compagnia.
A conclusione dell'esame della sentenza emessa dalla sezione fallimentare del Tribunale di
Roma, che ha dichiarato lo stato di insolvenza della Tirrenia e ha ha riconosciuto la propria competenza territoriale a trattare il ricorso presentano dal commissario straordinario della compagnia Giancarlo D'Andrea per ottenere la dichiarazione dello stato di insolvenza (inforMARE del 12 agosto 2010), Uiltrasporti ha deciso di non presentare appello «pur - ha precisato il segretario generale del sindacato, Giuseppe Caronia - continuando ad esser convinti della fondatezza sostanziale e giuridica delle motivazioni che ci avevano spinto a presentare ricorso avverso».
Uiltrasporti ha deciso di non presentare appello - ha spiegato Caronia - «in quanto, a parte che l'appello sarebbe stato trattato dalla medesima sezione fallimentare che ha emesso la sentenza a noi contraria, i tempi biblici per una sua conclusione avrebbero reso, per ragioni del tutto ovvie, l'iniziativa del tutto inutile». «Ben altra cosa - ha aggiunto - sarebbe se avessimo avuto la possibilità di presentare “reclamo d'appello” il cui esame si ottiene in pochi giorni ma che la vigente legge, credo a causa di una svista del legislatore, prevede possa presentarsi solamente in caso di dichiarazione di fallimento e non, come in questo caso, di dichiarazione di insolvenza».
«Ciò ovviamente - ha concluso il segretario generale di Uiltrasporti - non scalfisce per niente la nostra determinazione di avversare il dissennato progetto di dismissione della flotta pubblica che ormai si è del tutto palesato e che le parole rassicuranti da più parti proferite al solo scopo di sfiancare ed indebolire la volontà di reazione dei lavoratori, non riusciranno certamente a mistificare. Il governo ci smentisca e ci rassicuri invece con i fatti, ci convochi subito a palazzo Chigi e sottoscriva un impegno ad evitare lo “spezzatino” ed al mantenimento dei livelli occupazionali e delle condizioni contrattuali dei lavoratori. Solamente in questo modo potrà evitare le conseguenze di uno sciopero che purtroppo rischia di colpire indiscriminatamente gli utenti, ma la cui responsabilità andrebbe tutta ad esso addebitate».
Secondo Federmar-Cisal, con la privatizzazione della Tirrenia alla fine il governo «è arrivato dove voleva arrivare: trasformare la vendita dell'azienda - ha sottolineato il segretario nazionale del sindacato, Alessandro Pico - in un'operazione Alitalia bis con l'ausilio della legge Marzano». «Infatti - ha proseguito - la presentazione al tribunale della richiesta di stato di insolvenza della società e la successiva dichiarazione in tale senso da parte dello stesso tribunale sono il preludio alla divisione in due tronconi dell'azienda con la creazione di una good-company, ove fare confluire beni e servizi appetibili al mercato, ed una bad-company, destinata al fallimento dopo avervi allocato le partite in perdita ed i debiti. Non è nemmeno da escludere che, per fare cassa una volta effettuata la scorporazione delle attività, governo e Fintecna non mettano all'asta le singole rotte, avendo già pronta la lista dei compratori, secondo la sempre affiorante logica dello spezzatino, eventualità molto gradita agli armatori privati ed alla Confitarma».
«Ora - ha rilevato Pico - si riesce anche a comprendere il motivo per il quale il governo in tutti questi mesi non ha mai voluto aprire un confronto serio sulle tutele di carattere sociale per i lavoratori, tirando invece per le lunghe ed evitando accuratamente la convocazione delle organizzazioni sindacali nonostante i pressanti e ripetuti appelli lanciati a tale riguardo. Davanti al rischio che i lavoratori possono finire in mezzo ad una strada come conseguenza di queste manovre ciniche e spregiudicate, la Federmar-Cisal ha già dichiarato uno sciopero per i giorni 30 e 31 agosto ed intende porre in atto tutte le iniziative e le azioni necessarie per la difesa dei dipendenti di queste aziende e per la salvaguardia dei loro posti di lavoro.
Infine, secondo Federmar-Cisal, sono «del tutto inattendibili le esternazioni del ministro Matteoli» sul futuro della Tirrenia e - ha affermato Pico - sono «palesemente dettate soltanto dal maldestro tentativo di tranquillizzare lavoratori e sindacati in una situazione che sta diventando incandescente».
Per Filt-Cgil, «dando di fatto piena applicazione alla legge Marzano che regolamenta le procedure di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi, per Tirrenia si apre una nuova fase che - ha evidenziato il segretario generale del sindacato, Franco Nasso - non può essere condotta in modo sciagurato e non trasparente come fino ad ora ha fatto il governo». «La legge - ha spiegato Nasso - non può essere considerata un alibi per disgregare la flotta in quanto fornisce tutti gli strumenti ed i tempi necessari affinché sia assicurata la continuità e la salvaguardia del valore produttivo di Tirrenia».
«Sono indispensabili da parte della presidenza del Consiglio e del commissario straordinario - ha chiesto il segretario generale della Filt-Cgil - immediati impegni e programmi precisi a tutela dell'occupazione di tutti i lavoratori e deve essere evitato lo smembramento della società per singole navi e linee». «Per questo - ha aggiunto - ribadiamo la necessità di un incontro urgente e diversamente è inevitabile un grave conflitto sindacale le cui responsabilità ricadono tutte sul governo ed il commissario straordinario».
Per Nasso, «il rifiuto del governo e del commissario all'avvio immediato del confronto con il sindacato è una violazione della legge che regolamenta lo sciopero e la dimostrazione di una totale insensibilità nei confronti dei lavoratori che vedono minacciato per responsabilità del governo il proprio posto di lavoro». «Non siamo disponibili - ha concluso in numero uno della Filt-Cgil - ad essere ancora tolleranti e da subito deve essere definito l'avvio del confronto, altrimenti nel rispetto delle legge e a tutela dei diritti dei lavoratori, proclameremo lo sciopero».
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore