- inforMARE - L'istituto di studi politici, economici e sociali Eurispes ha pubblicato un rapporto sull'impatto occupazionale ed economico dei porti di puro transhipment italiani con indicazione di alcune misure per far sì che questi scali sostengano l'impatto della crisi economica globale e, soprattutto, la concorrenza dei nuovi porti di transhipment sorti sulla sponda meridionale del Mediterraneo.
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- Il rapporto intitolato “Cagliari, Gioia Tauro e Taranto: 60 milioni di euro in 5 anni per salvare più di 9.000 posti di lavoro a rischio”, che pubblichiamo nella rubrica “Forum dello shipping e della logistica”, include tre diverse proposte di intervento per riequilibrare il gap competitivo con i porti nordafricani. La prima prevede la riduzione delle accise sui prodotti energetici utilizzati da mezzi operanti esclusivamente in aree portuali dei porti di trasbordo, la seconda la fiscalizzazione del 45% dei contributi sociali a carica delle aziende che operano i container terminal dei tre porti italiani e, infine, la fruibilità dei crediti di imposta per gli investimenti in aree svantaggiate.
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- L'Eurispes ha sottolineato come, attualmente, il vantaggio competitivo dei porti di Gioia Tauro, Taranto e Cagliari, riconducibile sia alla qualità e all'efficienza dei servizi di transhipment offerti alle compagnie di navigazione sia alla loro localizzazione geografica (vicinanza alla rotta ideale per il traffico marittimo di merci dal canale di Suez allo Stretto di Gibilterra), non sia più in grado di. controbilanciare gli effetti distorsivi prodotti sul mercato dalla persistenza di forti disomogeneità economico-normative rispetto a porti di altri paesi del bacino del Mediterraneo, principalmente Egitto e Marocco, dove i minori costi di gestione e fiscali (personale, tassazione sui vettori, accise su energia e carburanti, tasse di ancoraggio e rimorchio) hanno attratto le navi delle grandi compagnie di navigazione in quanto economicamente più vantaggiosi rispetto ai porti italiani.
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- In particolare - ha evidenziato l'istituto - un duplice intervento di riduzione delle accise sui prodotti energetici e di fiscalizzazione del 45% dei contributi sociali a carico dei datori di lavoro comporterebbe un onere complessivo di circa 60 milioni di euro in cinque anni, ma i benefici per le aziende che operano nei tre porti italiani di puro transhipment e, più in generale, per l'intero sistema economico locale e nazionale, sarebbero tuttavia, notevolmente superiori rispetto a tale importo. (iM)
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