- inforMARE - È in atto da stamani una protesta dei marittimi delle compagnie di navigazione private che operano i collegamenti tra Napoli e le isole dell'arcipelago campano contro il piano orario dell'assessorato
- ai Trasporti della Regione Campania che domani sarà al centro di un vertice convocato dall'assessore regionale ai Trasporti, Sergio Vetrella.
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- Intanto l'ACAP (Associazione Cabotaggio Armatori Partenopei), che rappresenta la totalità delle aziende private che effettuano i collegamenti marittimi nel Golfo di Napoli, ha inviato una lettera agli enti locali interessati per informare le amministrazioni locali «in merito - ha spiegato l'associazione - alla problematica che interessa il settore e minaccia la stabilità del servizio, con effetti negativi per l'utenza già manifestatisi nei primi giorni dell'anno 2011».
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- L'ACAP ha ricordato che il piano triennale dei collegamenti marittimi, approvato con la delibera 488 del 2006, è scaduto il 4 aprile 2010 e che successivamente, con delibera della giunta regionale (359 del 2010) è stata disposta una proroga fino al 3 novembre 2010. Tuttavia - ha precisato l'associazione - «a tale data, in luogo di determinare la programmazione per il triennio successivo, l'assessorato ai Trasporti ha disposto un'ulteriore proroga al 31 dicembre 2010 (delibera 744 del 2010)». L'ACAP ha evidenziato che, a fronte di questa situazione, «le compagnie hanno rappresentato l'impossibilità di poter assumere obblighi di servizio per un periodo inferiore ai tre anni, tempo necessario per pianificare l'ammortamento dei costi del servizio», ma ha lamentato che tale richiesta è caduta nel vuoto e del tutto ignorata visto che l'assessorato è intervenuto disponendo un'ulteriore proroga al 30 settembre 2011 anziché programmare un piano per il periodo 2011-2013. L'associazione ha ricordato ancora che a quel punto, alla fine dello scorso mese, le compagnie hanno evidenziato che «il tempo di nove mesi non è conciliabile con gli impegni economici da sostenere per predisporre una flotta idonea all'effettuazione del servizio» e hanno comunicato «la loro disponibilità ad assumere obblighi di servizio per un periodo almeno triennale». Ma «l'assessorato incomprensibilmente - ha proseguito l'ACAP - si determinava ad adottare il decreto 402 del 30 dicembre 2010 con il quale, dichiarando uno stato di emergenza, disponeva la soppressione delle attività dei privati e la sostituzione, sugli orari da decenni coperti dalle compagnie private, con la Caremar».
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- L'ACAP ha spiegato che, «per evitare il caos», le compagnie private si sono impegnate a continuare le corse fino al 15 gennaio e che confidano che gli enti locali «sapranno e vorranno offrire il loro contributo per individuare la soluzione atta a promuovere lo sviluppo del comparto dei collegamenti marittimi».
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- L'associazione ha concluso auspicando che venga scongiurata «l'ipotesi prospettata nel decreto 402/2010 dell'assessorato ai Trasporti cui conseguirebbe dal 16 gennaio prossimo la cessazione delle attività delle compagnie private (per ordine della Regione) con il “caos” nei servizi marittimi e l'azzeramento dei livelli occupazionali (circa 1.000 unità lavorative)». (iM)
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