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Gli operatori del Propeller Club di Venezia chiedono che, oltre al futuro, si guardi al presente del porto
Richiesti tempi e costi certi, servizi efficienti, canali portuali agibili e banchine attrezzate e tariffe competitive
13 gennaio 2011
inforMARE - Nel corso di un incontro svoltosi martedì scorso all'Hotel Bologna di Mestre, che è stato organizzato dall'International Propeller Club Port of Venice e al quale ha partecipato il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa, è stato fatto il punto sulla portualità dell'Alto Adriatico.
«Al presidente Costa oggi, facendo squadra tra tanti operatori - ha sottolineato il presidente del Propeller veneziano, Massimo Bernardo - abbiamo offerto una grande opportunità coinvolgendo centinaia di aziende associate nei Club alto-adriatici che sono pronte a scommettere, non certo però al buio, sul futuro del “range adriatico”».
Da parte sua Costa ha illustrato lo stato dell'arte del porto, le sue grandi possibilità di sviluppo legate anche alla realizzazione del progetto della piattaforma logistica offshore al centro del Golfo di Venezia dove poter allibare milioni di container per poi distribuirli con chiatte ai porti del “range”. «Dobbiamo - ha detto Costa - guardare avanti con investimenti di lungo periodo per realizzare strutture adeguate a quanto, tra 10, 15 o 20 anni , ci sarà richiesto dall'interscambio mondiale».
Nel corso dell'incontro gli operatori dell'International Propeller Club Port of Venice hanno espresso molti interrogativi sul progetto e sullo stato della portualità: se questo è il futuro - hanno sottolineato - il presente del porto, invece, richiede tempi e costi certi, servizi efficienti, canali portuali agibili e banchine attrezzate, tariffe competitive e un sempre maggiore coinvolgimento degli armatori anche nello sviluppo logistico dei terminal.
«Ognuno - ha rilevato Costa - deve far la propria parte. Il porto di Venezia, dopo la caduta dei traffici con picchi che avevano raggiunto il -20%, sta risalendo la china e i “numeri” di oggi ce lo dimostrano non solo nel traffico crocieristico, che sta avendo un vero e proprio exploit classificando il Venezia Terminal Passeggeri tra i primi del Mediterraneo, ma anche nel traffico commerciale e in quello industriale. Un lento ma costante trend di crescita che richiede nuovi investimenti e nuove strutture che certamente riusciremo a realizzare col concreto coinvolgimento dei privati. Ai ministeri competenti non chiedo soldi, ma autorizzazioni per realizzare un porto in linea con quanto il mercato oggi richiede».
«Al di là dei grandi progetti, in un Veneto che per decenni è stato vittima di mancate promesse e patria di grandi incompiute come l'autostrada Venezia-Monaco di Baviera o l'idrovia Padova-Venezia o la stessa EXPO proposta dall'allora ministro Gianni De Michelis - ha osservato il presidente del Propeller Bernardo - riteniamo si debbano prioritariamente affrontare l'emergenza risolvendo problemi ben più urgenti che vanno dalla stessa sopravvivenza di alcune aziende al calmieramento di tariffe e gabelle che certamente non contribuiscono alla competitività del porto quando, come abbiamo rilevato oggi, dal sito dei piloti risultano due petroliere, una nave di cemento, una gasiera e una fullcontainer in entrata e tre fullcontainer, tre petroliere e due chiatte per cemento vuote in uscita». (iM)
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