- Lo scorso anno il porto della Spezia ha movimentato 17.949.793 tonnellate di merci, con un incremento del 25,3% rispetto al 2009 (anno nel quale il traffico era diminuito del 23,0% sul 2008).
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- Nel settore delle merci varie sono state movimentate 13.922.664 tonnellate (+23,3%). Il traffico dei container è stato pari complessivamente a 1.285.155 teu (+22,9%), di cui 1.041.485 (+22,3%) movimentati dal La Spezia Container Terminal (LSCT), 153.058 (+8,7%) dal Terminal del Golfo (TDG) e 90.612 (+68,7%) dal terminal Speter.
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- Il traffico di rinfuse liquide è ammontato a 2.281.310 tonnellate (+18,4%) e quello di rinfuse solide a 1.745.819 tonnellate (+57,7%).
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- Nel 2010 i passeggeri sono stati 44.874 (+44,7%).
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- Sottolineando la ripresa del traffico registrata lo scorso anno il presidente dell'Autorità Portuale della Spezia, Lorenzo Forcieri, ha evidenziato che, se da un lato, «così emergono le capacità e le potenzialità del nostro scalo», dall'altro lo scalo ligure deve lamentare «ancora troppe resistenze a livello locale e troppi politicismi e clientelismi nelle scelte romane».
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- «Sono soddisfatto - ha spiegato - dei risultati ottenuti nell'anno appena trascorso. I dati parlano chiaro. Le merci scelgono il porto spezzino, premiando le capacità e l'efficienza dei nostri terminalisti ed operatori. I dati rivelano anche le potenzialità del nostro scalo e la loro traduzione immediata in termini di sviluppo economico, lavoro,entrate fiscali e tributarie. Tali risultati e potenzialità, che ci sono stati riconosciuti a livello europeo, inserendo il nostro porto in quelli strategici per le reti TEN-T, devono essere maggiormente riconosciuti sia a livello locale sia nazionale».
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- «A livello locale - ha però precisato Forcieri - sussistono ancora troppe resistenze allo sviluppo del porto, raggiungibile solo con la completa realizzazione del Piano Regolatore Portuale che abbiamo approvato definitivamente. E, a livello nazionale, ostacolano lo sviluppo dei porti maggiormente produttivi i troppi politicismi e clientelismi che emergono dalle scelte romane a proposito di investimenti e riforma della legislazione portuale».
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