- Lunedì prossimo a Roma l'amministratore delegato del gruppo navalmeccanico italiano Fincantieri, Giuseppe Bono, incontrerà i sindacati per presentare il piano industriale dell'azienda. Le indiscrezioni sul contenuto del documento hanno messo in fibrillazione i dipendenti del gruppo, le aziende dell'indotto e le istituzioni delle regioni che ospitano i cantieri navali della società.
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- In questi giorni nei vari stabilimenti Fincantieri si susseguono scioperi dei lavoratori allarmati per la possibilità di ingenti tagli del personale, che secondo indiscrezioni ammonterebbero a 1.500 unità. Il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini, ha ricordato che già nella stessa relazione del bilancio 2010 Fincantieri aveva messo in chiaro che intende continuare sulla strada già intrapresa di un continuo efficientamento dei processi aziendali volti, oltre ad una riduzione dei costi a tutti i livelli aziendali, anche e soprattutto ad un costante recupero in termini di produttività: «il rischio - ha rilevato Ghini- è che l'azienda può proporci di tutto, anche quello scenario peggiore che a settembre era stato accantonato». All'inizio dello scorso autunno si parlava addirittura di 2.500 esuberi ( del 27 settembre 2010). Secondo Ghini l'ipotesi dello scenario peggiore «ora può riprendere corpo proprio perché, negli ultimi otto mesi, il mercato non s'è mosso. Questo rischio, ora - ha aggiunto - non lo possiamo escludere. In questi mesi l'azienda si è mossa solo su tavoli locali. Ora siamo arrivati a un passaggio fondamentale sul futuro del gruppo che deve avviare un confronto al quale, però, il governo non può più sottrarsi».
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- Tra le regioni più coinvolte nella crisi di Fincantieri c'è la Liguria, dove il gruppo navalmeccanico ha stabilimenti e uffici a Sestri Ponente-Genova, Muggiano-Spezia e Riva Trigoso. Indiscrezioni prospettano la possibile chiusura dello stabilimento di Sestri Ponente per tre anni in concomitanza dei lavori per il ribaltamento a mare e il ridimensionamento graduale dello stabilimento di Riva Trigoso fino alla dismissione.
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- «Se il piano comportasse la chiusura sia di Sestri sia di Riva - ha dichiarato il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando - sarebbe inaccettabile». Tale prospettiva, secondo il governatore ligure, è troppo grave non solo per la regione ma per tutta l'Italia: «siamo - ha rilevato - un Paese che fa fatica ad arrivare all'un per cento di crescita. Non abbiamo molti settori come logistica e cantieristica in cui possiamo essere leader. Se perdiamo competitività nei cantieri navali dove andiamo a finire? Possiamo certo attraversare dei periodi di crisi e di difficoltà, ma non possiamo rinunciare a cuor leggero a un settore così e assistere senza battere ciglio a uno smantellamento totale, che non riguarda solo la Liguria».
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- Stamani Burlando ha incontrato il direttore generale del Ministero del Tesoro, Vittorio Grilli, e l'amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti Spa (CDP), Giovanni Gorno Tempini, alla presenza dell'assessore regionale allo sviluppo economico Renzo Guccinelli e di Giuseppe Pericu, membro del consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti, per discutere della situazione della cantieristica e degli strumenti che CDP, società pubblica che ha l'obiettivo di finanziare lo sviluppo economico, può mettere a disposizione del settore per aiutarlo a superare la crisi.
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- Burlando e Guccinelli hanno spiegato che occorre «dare la possibilità ai cantieri e agli armatori di poter usufruire in Italia di condizioni a sostegno degli investimenti analoghe a quelle di Paesi quali la Germania e la Francia». Nel corso dell'incontro è stato rilevato come solo quest'anno CDP abbia già destinato due miliardi di euro a “export banca”, uno strumento di export finance a supporto dell'internazionalizzazione delle imprese italiane: sembra questo, nella situazione attuale - è stato osservato - lo strumento più adatto per un intervento della cassa a supporto degli investimenti nella cantieristica.
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- «Cantieri, armatori e operatori del settore che fossero interessati a usufruirne - ha spiegato il governatore ligure - potranno rivolgersi a Cassa depositi e prestiti per conoscere queste nuove garanzie». «Abbiamo voluto fare il punto in primo luogo con i soggetti pubblici dopo l'incontro con Tremonti di qualche settimana fa - ha precisato Burlando - Cassa e Tesoro sono convinti che sia fondamentale offrire condizioni alle esportazioni analoghe a quelle degli altri Paesi europei. Sia Grilli che Gorno Tempini si sono detti disponibili a incontrare i potenziali investitori. Poi è chiaro che gli armatori instaureranno anche un rapporto con le banche. Sarà interessante capire come si muoverà il sistema bancario privato, che comunque ha già dato segnali di disponibilità. Si esce da questa spirale solo con una svolta di mercato».
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