- Assomarinas, l'Associazione Italiana Porti Turistici aderente a UCINA Confindustria Nautica e a Federturismo, ha recentemente presentato ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Molise contro Assomarina, la società beneficiaria della concessione richiesta dalla Camera di Commercio di Termoli per realizzare una struttura turistico-portuale di 120 posti barca, 242 posti auto e una superficie costruita di 40.000 metri quadri, con uno specchio acqueo di 45.000 metri quadri, nell'ambito del porto commerciale di Termoli in adiacenza ad un porto turistico già realizzato da iniziativa privata e già operativo. Analogo ricorso contro Assomarina è stato presentato da Marinucci Yachting Club Srl, la società che opera il nuovo porto turistico di Termoli denominato Marina di San Pietro.
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- L'opinione di
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- L'evidente intento di Assomarinas, con il suo ricorso contro Assomarina, è di rilevare una linea di demarcazione tra attività e prerogative della parte pubblica e di quella privata al fine di evitare che la prima possa instaurare forme di monopolio più o meno manifeste accordando concessioni del demanio marittimo a favore di enti pubblici.
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- Non sempre le attività economiche soffrono della sopraffazione della parte pubblica su quella privata o, come accade altrettanto spesso, della prevaricazione della parte privata su quella pubblica. Sovente, invece, è proprio la commistione di interessi privati e pubblici ad intorbidire i rapporti di forza economici.
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- È difficile stabilire quando il sostegno pubblico all'iniziativa privata supera la linea di confine tra la semplice promozione delle attività economiche e si trasforma in garanzie che la parte pubblica concede ad alcuni privati a danno di altri. Forme di impulso pubblico all'iniziativa privata sono ovviamente presenti anche nella portualità turistica, come ad esempio quella recentemente realizzata da Italia Navigando, società che fa capo all'agenzia governativa per lo sviluppo d'impresa Invitalia, con l'accordo stretto con il gruppo privato MAST della Spezia per lo sviluppo di una rete nazionale di porti turistici ( del 10 maggio 2011).
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- Al fine di evitare che tale questione sia affrontata esclusivamente in sede giudiziaria, appare necessario che lo Stato e le sue società si dotino di norme e procedure più rigorose che assicurino piena trasparenza ed imparzialità.
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- Lo sviluppo delle attività economiche è già difficoltoso senza l'indebito intervento della mano pubblica e diventa estremamente più complicato quando la parte pubblica assume il ruolo di concorrente o di partner delle imprese.
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- Sottolineando che si tratta di «una questione giuridica che potrebbe avere effetti devastanti per l'iniziativa privata delle imprese turistico-nautiche», Assomarinas ha spiegato che con il proprio ricorso, presentato con l'assistenza dello Studio Legale Zunarelli di Bologna, intende evidenziare come la richiesta di concessione di Assomarina sia «da considerarsi “illegittima” in quanto viola l'articolo 43 del Trattato UE e l'articolo 12 della direttiva UE 123 del 2006 per disparità di trattamento e violazione della par condicio; viola inoltre gli articoli 3,4,5 e 10 comma 5 del DPR 509 /97 e dell'articolo 6 della legge 241/90 e ancora viola l'articolo 2 della legge 280/93 e l'articolo 1 comma 9 lettera A della direttiva 2004/18 CE».
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- Il progetto denominato Assomarina, che prevede la realizzazione di un nuovo porto turistico, è stato proposto alla Regione Molise dall'Assonautica di Campobasso, diramazione provinciale dell'Associazione Nazionale per la Nautica da Diporto (Assonautica), organizzazione realizzata da Unioncamere e da numerose Camere di Commercio a cui è associata la stessa UCINA (Unione Nazionale dei Cantieri, Industrie Nautiche ed Affini).
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- Secondo il presidente di Assomarinas, Roberto Perocchio, la delibera della giunta della Regione Molise per il rilascio di una concessione demaniale marittima per la realizzazione e il mantenimento del porto turistico “Assomarina” nel porto di Termoli «viene a creare, di fatto, una disparità di trattamento tra enti pubblici, organismi di diritto pubblico e i privati in materia di concessioni per strutture destinate alla nautica da diporto, in contrasto con i principi comunitari relativi alla libertà di stabilimento e con i principi contenuti nella direttiva Servizi che stabilisce che non può essere riservata una posizione di favore alla pubblica amministrazione, ovvero alle loro articolazioni e agli organismi di diritto pubblico, nel caso in cui la concessione abbia per oggetto l'esercizio di una attività commerciale».
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- «In questo caso – ha precisato l'avvocato Franco Fiorenza dello Studio Zunarelli – la posizione dell'amministrazione concedente è ancora più grave se si considera che la Regione Molise ha emanato una deliberazione di giunta regionale in cui si prevede che non possano essere rilasciate nuove concessioni nel porto di Termoli fino all'approvazione del Piano Regolatore Portuale ma tale limite non si applica alle opere proposte da parte di enti pubblici e/o organismi di diritto pubblico, in corso di esecuzione, nonché di futura realizzazione e relativa manutenzione, la cui gestione potrà essere oggetto di rilascio di concessione del demanio marittimo in favore dei suddetti enti. Si realizza quindi – ha rilevato Fiorenza – un evidente regime di monopolio a favore degli enti pubblici e degli organismi di diritto pubblico che in questa fase transitoria possono ottenere il rilascio di concessioni viceversa negate ai privati condizionando così il mercato dei servizi e ponendo una seria ipoteca per il futuro, atteso che una volta approvato il Piano Regolatore Portuale gli stessi enti pubblici si troveranno in una posizione di vantaggio, giacché già titolari della concessione per la gestione dei servizi alla nautica da diporto. Lo strumento del Piano Regolatore Portuale è diventato così il paravento dietro al quale nascondere l'istituzione di un monopolio di fatto».
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- «Non riteniamo ammissibile – ha concluso il presidente di Assomarinas Perocchio - che la pubblica amministrazione e proprie derivazioni da un lato lamentino la carenza di risorse e chiedano di aumentare la pressione fiscale anche incrementando i canoni demaniali richiesti ai privati mentre dall'altro si accolla iniziative imprenditoriali quando già ci sono risorse private disponibili per le stesse iniziative alimentando, conseguentemente, una concorrenza sleale e una turbativa di mercato. Il ricorso di Assomarinas va letto come “una questione di principio” a livello nazionale ed internazionale sulla quale l'associazione non intende transigere».
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