Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
15:32 GMT+1
Burlando (Regione Liguria): durante i lavori di riempimento/ribaltamento a mare il cantiere navale di Sestri Ponente deve continuare a lavorare
«Oggi - ha detto il governatore ligure - abbiamo la possibilità di salvare i cantieri, ma la vicenda non è risolta»
7 giugno 2011
Stamani il consiglio regionale della Liguria ha esaminato la situazione di Fincantieri alla luce della presentazione e del successivo ritiro del piano industriale dell'azienda che prevedeva 2.551 esuberi e la chiusura di due cantieri navali, quello napoletano di Castellammare di Stabia e quello genovese di Sestri Ponente, e il ridimensionamento dell'attività dello stabilimento ligure di Riva Trigoso ( del 23 maggio e 3 giugno 2011).
«Con il ritiro del piano - ha detto presidente della giunta regionale ligure, Claudio Burlando - la vicenda è giunta ad un passaggio cruciale. Si è trattato di un fatto molto positivo, che cancella la prospettiva della chiusura immediata di due cantieri su tre. Tuttavia i problemi rimangono tutti. Molto importante è la reazione collettiva di questa comunità. In passato non così frequentemente unita. Si è capito che si stava toccando un punto di non ritorno, in pratica l'uscita dal triangolo industriale di una regione che ne ha fatto parte ma che ora riceve dall'industria una quota di Pil pari a poco più del venti per cento. Siamo ad una soglia critica: se togliamo il manifatturiero, restiamo intorno al dodici per cento. Questa presa di coscienza collettiva ha coinciso con l'unità delle forze politiche e delle istituzioni. L'Italia sta crescendo meno degli altri Paesi e anche il voto della settimana scorsa è un richiamo a tutti a tornare a occuparci dei temi veri del Paese. Chi non lo fa, a destra come a sinistra, penso a Napoli, viene punito. L'opinione pubblica, scottata dalla crisi, misura le forze politiche per quello che fanno per contrastare la crisi. L'Europa oggi pare l'anello più debole di questa congiuntura internazionale: è lenta mentre altre realtà, come quella asiatiche, sono dinamiche e la loro economia è ripartita».
Secondo Burlando, «oggi abbiamo la possibilità di salvare i cantieri, ma la vicenda non è risolta. Più facile - ha spiegato il governatore ligure - è la situazione di Riva, più complessa quella di Sestri. Riva, si giova di un mercato interno, soprattutto quello militare, in questo momento meno asfittico di quello esterno». Burlando ha bocciato l'ipotesi di trasferimento delle lavorazioni di Riva Trigoso all'altro stabilimento Fincantieri a Muggiano, in provincia della Spezia: quest'ultimo - ha sottolineato - «non ha gli spazi per ospitare tutta la forza lavoro di Riva. Quindi quel disegno che ci è stato presentato non è di riunificazione e accorpamento, ma di ridimensionamento. Anche per la realtà spezzina c'è la questione degli investimenti per la Marina Militare. Il 3 giugno scorso il governo ha detto che ci sono nuovi investimenti per la difesa. È importante vedere non solo se, ma quando si concretizzano. Io penso che se viene confermato il programma delle fregate Fremm si può pensare ad un consolidamento dei due cantieri, magari unificati nella loro dirigenza».
Burlando ha rilevato come il cantiere navale di Sestri ponente costituisca l'anello più debole: «non c'è dubbio - ha spiegato - c'è stata una notevole contrazione della domanda di navi commerciali. Occorre studiare una strategia per il dopo crisi sostenendo il cantiere nella fase più difficile cercando di mantenere per il dopo crisi la capacità produttiva. Indubbiamente lo stabilimento così com'è ha problemi: è tagliato in due dalla ferrovia. Per questo stiamo parlando di ribaltamento a mare. Ma prima del ribaltamento occorre realizzare il riempimento. In questa fase il cantiere deve restare aperto. Se chiude per due o tre anni, il rischio che non si apra più è assai forte. Bisogna stare attentissimi alle condizioni di sicurezza, ma non si deve chiudere mentre si fanno lavori».
Secondo Burlando c'è comunque la possibilità di costruire navi nel cantiere genovese di Sestri. «Oggi - ha osservato - si sta affermando una nuova linea di prodotti per la crociera, navi più larghe e più corte più adatte agli spazi del cantiere ponentino e navi da carico ad alta tecnologia dove possiamo essere competitivi».
Il presidente della Regione Liguria ha esortato a prendere in considerazione anche l'acquisizione di attività di riparazione navale: «se ci fossero commesse di riparazione o di refitting - ha detto - io le prenderai di corsa. Non credo arriverà molto altro. Il Paese e noi come Regione dobbiamo stimolare la possibilità di investimenti da parte di soggetti nazionali e internazionali. In passato ci siamo riusciti: penso a casi Siemens e Ericsson».
Burlando si è quindi dichiarato favorevole all'attuazione di nuove politiche di sostegno all'azienda navalmeccanica piuttosto che al ricorso alla cassa integrazione. «È meglio - si è chiesto - spendere un sacco di soldi per pagare la cassa integrazione o mettere in campo una efficace politica economica di sostegno? Se ci si orienta sulla nuova tecnologia, servono corsi di formazione. Dunque - ha concluso - anziché cassa integrazione, attività formativa. La Regione - ha aggiunto Burlando - tutto quello che può fare in attività formativa lo farà. Ma noi non siamo la Sicilia, non abbiamo la disponibilità di fondi delle Regioni meridionali che non riescono a spendere i fondi Fas. Noi abbiamo un bilancio da non sapere dove sbattere la testa. Stiamo discutendo se siamo obbligati o meno a togliere qualche treno di qui al 13 di luglio. Il sentiero è stretto e complicato. Se si entra nella logica dei piani regionali la Regione avrà un nuovo ruolo».
Al termine del suo intervento Burlando ha lanciato un appello all'unità: «l'importante - ha sottolineato - è che non si disperda l'impostazione che ci ha visto coesi e che ci ha dato forza una forza che dobbiamo mettere in campo, per la tenuta industriale della Liguria. Mi hanno colpito i baristi di Sestri che mi hanno detto: se chiude il cantiere chiudo anch'io. Abbiamo buone possibilità di farcela anche a Sestri. Negli anni Ottanta ci dissero che quel cantiere non aveva prospettive, abbiamo lottato e lo stabilimento ha resistito per altri trent'anni».
Il consiglio regionale ligure riprenderà la discussione sulla situazione di Fincantieri nella seduta di martedì prossimo per discutere le comunicazioni del presidente Burlando e gli ordini del giorno presentati.
In merito al ribaltamento a mare del cantiere navale di Sestri Ponente è intervenuto il presidente di Confindustria Genova, Giovanni Calvini. «Con riferimento all'incontro odierno tra Fincantieri, il governo e le istituzioni locali - ha detto il presidente degli industriali genovesi - auspichiamo che non ci siano chiusure preconcette alle proposte che l'azienda sottoporrà in merito al progetto di ribaltamento a mare dei cantieri di Sestri Ponente. Il ritiro del piano industriale ha dato ampia dimostrazione dell'apertura di Fincantieri a rivedere la propria posizione, sebbene in un contesto di grave difficoltà del settore navalmeccanico. Per questa ragione, riteniamo che non debbano essere escluse a priori alternative all'attività di costruzione che possano comunque assicurare il mantenimento della vocazione industriale dell'area e, quanto più possibile, il livello dell'occupazione».
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore