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La Round Table of international shipping associations invoca la costituzione di una forza militare dell'Onu per contrastare la pirateria
È necessaria - hanno sottolineato BIMCO, ICS/ISF, Intercargo e Intertanko - una nuova e ferma strategia dato che l'attuale approccio non funziona
9 settembre 2011
La Round Table of international shipping associations, l'organismo costituito dalle principali organizzazioni armatoriali mondiali (BIMCO, ICS/ISF, Intercargo e Intertanko), invoca la costituzione di una forza militare delle Nazioni Unite da impiegare per contrastare la pirateria nell'Oceano Indiano.
In una lettera inviata al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, i presidenti di BIMCO (Yudhishthir Khatau), ICS (Spyros Polemis), Intercargo (Nicolas Pappadakis) e Intertanko (Graham Westgarth) hanno sollecitato l'adozione di una «nuova e coraggiosa strategia» per frenare l'escalation degli atti di pirateria che ha reso l'Oceano Indiano - hanno sottolineato - simile al «Wild West».
«È ormai del tutto evidente alle compagnie armatoriali - hanno scritto Khatau, Polemis, Pappadakis e Westgarth - che la situazione attuale, in cui il controllo dell'Oceano Indiano è stato ceduto ai pirati, richiede una nuova e ferma strategia. Per essere sinceri, l'attuale approccio non funziona».
Ricordando che le compagnie armatoriali sono sempre più costrette ad utilizzare guardie armate private per proteggere i propri equipaggi e le proprie navi, i rappresentanti di BIMCO, ICS/ISF, Intercargo e Intertanko hanno rilevato che «sembra inevitabile che la situazione di illegalità sul territorio della Somalia continuerà ad alimentare l'illegalità in mare». Assicurando pieno sostegno alle misure a lungo termine delle Nazioni Unite per aiutare il popolo somalo, i rappresentanti delle organizzazioni armatoriali hanno però manifestato la preoccupazione che tali interventi «potrebbero richiedere anni, se non decenni, per avere un impatto significativo sulla pirateria».
BIMCO, ICS/ISF, Intercargo e Intertanko hanno chiesto che la proposta di una forza armata dell'Onu sia portata all'attenzione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite spiegando che le organizzazioni armatoriali ritengono appunto che una misura importante sarebbe proprio quella di «creare guardie armate militari delle Nazioni Unite che possano essere impiegate in piccole squadre a bordo delle navi mercantili». «Ciò - hanno evidenziato Khatau, Polemis, Pappadakis e Westgarth - rappresenterebbe una forza innovativa in termini di attività di peacekeeping dell'Onu, ma potrebbe fare molto per stabilizzare la situazione, per limitare la diffusione di personale di sicurezza privato a contratto, armato e non regolamentato, e per consentire a quegli Stati membri delle Nazioni Unite che non dispongono di forze navali, inclusi quelli delle aree più direttamente colpite, di dare un contributo significativo nel campo della lotta alla pirateria».
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